Questo pomeriggio la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari si è riunita per dibattere sulla "domanda di autorizzazione a procedere in giudizio - ai sensi dell'articolo 96 della Costituzione - nei confronti del senatore Matteo Salvini nella sua qualità di Ministro dell'interno pro tempore, per i reati di cui all'articolo 605, commi primo, secondo, numero 2, e terzo, del codice penale (sequestro di persona aggravato)".
Il presidente della Giunta e relatore, Maurizio Gasparri, ha ribadito la propria proposta all'Assemblea di decidere per il no all'autorizzazione a procedere. Dopo una breve pausa, alla ripresa dei lavori, vi sono stati gli interventi in dichiarazione di voto dei senatori Grasso, De Falco, Durnwalder, Balboni, Bonifazi, Pillon, Malan e Giarrusso.
Quindi i senatori hanno espresso il loro voto decidendo, a maggioranza, di approvare la proposta di Gasparri di negare l'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini. L'esito del voto è stato 16 a 6, quest'ultimi voti favorevoli a processare Salvini erano dei 4 senatori Pd, di 1 senatore di Leu, mentre l'altro voto era dell'ex 5 Stelle De Falco, adesso nel gruppo Misto.
Quello della Giunta, va detto, è solo un parere, perché la decisione definitiva sarà presa dall'aula del Senato, il cui voto è previsto intorno al 20 marzo.
Da registrare, pertanto, che i senatori grillini hanno seguito le indicazioni dei propri iscritti, dimenticandosi delle promesse elettorali ed esprimendo un voto pro casta... a conferma del cambiamento della politica 5 Stelle. Il più soddisfatto tra loro il capogruppo del movimento al Senato, Michele Giarrusso, che, sorridente, ha risposto alle proteste e ai cartelli di dileggio dei colleghi del Partito democratico mostrando loro l'inequivocabile gesto delle manette, incrociando in alto i polsi mentre gidava: "Io non ho i miei genitori agli arresti domiciliari".
Matteo Salvini, impegnato a promuoversi in Puglia, ha dichiarato (fonte Ansa): "Per me prima viene la difesa dei confini e la sicurezza della mia gente... quindi lavoravo tranquillo ieri e lavoro tranquillo oggi. I senatori hanno fatto e faranno le loro scelte.
Avrei accettato qualunque risposta, consapevole del fatto che quello che sto e stiamo facendo lo facciamo per il bene del nostro Paese. Quindi ero e sono pronto a qualsiasi tipo di giudizio.
Siamo una squadra. Al governo c'è una squadra, non ci sono dei singoli. Quindi ringrazio per la fiducia alla squadra."
Inutile ricordare a Salvini che se fosse stato convinto veramente delle proprie azioni, avrebbe preteso lui per primo che il Senato votasse per l'autorizzazione a procedere. In realtà, dopo averlo dichiarato inizialmente, quando si è arrivati al dunque l'impavido capitano ha mostrato di essere poco convinto di ciò che aveva fatto in relazione al caso Diciotti e si è affidato ad un legale che gli ha confezionato su misura la scusa dell'ingiudicabilità per aver agito nell'interesse dello Stato, subito colta al volo dagli irriconoscibili 5 Stelle.