Il 17 dicembre 2017 è scaduto il mandato triennale di tutti i membri della Pontificia commissione per la tutela dei minori che, in questi tre anni, aveva visto l’abbandono, contestandone l’efficienza, di due ex vittime di abusi, Marie Collins, dimessa nel marzo 2017 e Peter Saunders, quest’ultimo prima sospeso, poi dimessosi quattro giorni prima della scadenza del mandato.

La creazione della commissione Pontificia è stata annunciata nel dicembre 2013, e fu uno specchietto per le allodole utile ad alleggerire quello che, a breve (25 febbraio 2014), sarebbe stato il pesantissimo rapporto della Commissione ONU per la tutela del fanciullo, al quale la Santa Sede avrebbe dovuto rispondere lo scorso 1 settembre.
Malgrado i proclami, ad oggi, non sono ancora stati avviati programmi parrocchiali e/o diocesani per la formazione del personale ecclesiastico, non vi è ancora alcun programma operativo per la tutela dei minori e ancora oggi sono i vescovi (che non hanno obbligo di denuncia) a gestire i sacerdoti denunciati all’autorità ecclesiastica continuando, come da tradizione, a spostarli di parrocchia in parrocchia o più spudoratamente, come è accaduto per don Paulo Turturro che, scontata la pena, è stato reintegrato come se nulla fosse.

A tre anni dall’immotivato clamore che ebbe la campagna mediatica della Santa Sede, ribattezzata dalla stampa come la “tolleranza zero” di Bergoglio, ci ritroviamo con un nulla di fatto: nuove vittime che, nel frattempo, il clero ha prodotto e una Pontificia commissione per la tutela dei minori con mandato scaduto dallo scorso dicembre.

Visto il fallimentare corso della "commissione" si è portati a pensare che la Santa Sede, zitta zitta e senza nessun richiamo mediatico, si appresti a non rinnovarla mai più.

Nel frattempo, per stendere una bella cortina fumogena sull'enormità dei preti cattolici pedofili in Australia, il papa ha pensato bene di fornire ai fedeli festanti l'autorizzazione ad andare in pellegrinaggio a Medjugorie!