Il sempre più stralunato presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha nuovamente deciso motu proprio, senza chiedere l'approvazione del Congresso, di dare il via libera ad un secondo invio di munizioni, in emergenza, allo Stato di Israele che, attualmente, le sta utilizzando per effettuare un genocidio nella Striscia di Gaza.
"Data l'urgenza delle necessità difensive di Israele, il segretario ha notificato al Congresso di aver esercitato la sua autorità delegata per determinare l'esistenza di un'emergenza che richiedeva l'immediata approvazione del trasferimento" ha reso noto in un comunicato lo stesso Dipartimento di Stato. "Gli Stati Uniti sono impegnati per la sicurezza di Israele, ed è vitale per gli interessi nazionali degli Stati Uniti garantire che Israele sia in grado di difendersi dalle minacce che deve affrontare".
La vendita riguarda del materiale accessorio che sarebbe indispensabile all'utilizzo dei proiettili da 155 mm inviati in precedenza allo Stato ebraico.
L'assurdità di tale decisione è resa ancor più evidente, oltre che dalle precedenti raccomandazioni di Washington fatte anche direttamente ai membri del gabinetto di guerra israeliano, anche da quanto affermato pubblicamente dal segretario di Stato, Blinken...
We're more determined than ever to ensure that out of this horrific tragedy comes a moment of possibility for Israelis, for Palestinians, for the region to live in lasting peace and lasting security; that out of this darkness comes light. - @SecBlinken pic.twitter.com/Nn1lIj4aCd
— Department of State (@StateDept) December 28, 2023
Come l'amministrazione Biden possa sostenere al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, astenendosi, una mozione che consenta l'arrivo di maggiori aiuti umanitari a Gaza e poi invii direttamente nuovi armi allo Stato ebraico perché continui ad assassinare ulteriori civili palestinesi, oltre ai 21mila già assassinati, è un modo di agire schizofrenico, incomprensibile e, pertanto incommentabile, oltre che moralmente e umanamente scandaloso.
Oltretutto, Philippe Lazzarini, a capo dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA), ha dichiarato sabato che le autorità israeliane continuano a imporre "gravi restrizioni" all'accesso degli aiuti nonostante la loro consegna venga effettuata dall'Egitto attraverso il valico di Rafah, facendo anche presente che IDF e autorità di Tel Aviv stiano diffondendo di proposito notizie prive di fondamento, e pertanto false, nell'accusare le agenzie umanitarie di lacune nelle consegne:
"Non è questo il momento di scambiare accuse e promuovere disinformazione. Il diritto internazionale umanitario è molto chiaro: lo Stato di Israele, in quanto potenza occupante, deve garantire che la popolazione abbia accesso e riceva i servizi di base. Allo stesso modo, tutte le parti in conflitto devono facilitare l'accesso umanitario a tutti coloro che ne abbiano necessità. Cibo, acqua, carburante e tutta l'assistenza umanitaria non devono mai essere usati come arma di guerra. Gli aiuti non devono mai essere deviati o politicizzati. L'UNRWA invita ancora una volta i media a verificare i loro resoconti e a effettuare controlli incrociati tra le informazioni, comprese le dichiarazioni dei funzionari governativi, prima di pubblicare le proprie notizie".
Nelle parole di Lazzarini, implicita è l'accusa di genocidio nei confronti di Israele, la stessa per la quale il Sudafrica, venerdì scorso, ha chiesto di esprimersi alla Corte internazionale di giustizia dell'Aia, accusando lo Stato ebraico di aver violato a Gaza gli obblighi previsti dalla Convenzione sul genocidio del 1948, nella sua repressione contro Hamas.
Il Sud Africa ha chiesto al Tribunale di emettere, quanto prima, una sentenza che imponga a Israele di fermare la sua campagna militare per proteggere da ulteriori, gravi e irreparabili danni i diritti del popolo palestinese.
La Corte internazionale di giustizia dell'Aia è un organo che dipende dalle Nazioni Unite, riconosciuto dagli Stati membri, le cui decisioni riguardano, a differenza della CPI, gli Stati e non direttamente gli individui.