Nell'edizione web non lo dicono, ma oggi i giornalisti de l'Unità nella versione su carta) sono in sciopero e domani il quotidiano non sarà in edicola. I motivi per cui il cdr ha deciso di astenersi dal lavoro sono legati al futuro della testata. Rinato grazie all'onda del rinnovamento renziano, il giornale che fu di Gramsci si ritrova oggi a vivacchiare nella massima incertezza, sia finanziaria che editoriale.
Dopo aver ridotto la propria distribuzione in molte regioni italiane per ottimizzare i costi, i giornalisti chiedono garanzie sia sul loro stipendio e sugli arretrati dei contributi pensionistici non pagati ormai da mesi, sia sulla linea editoriale del quotidiano e del sito, gestito esternamente, dopo le dimissioni del direttore D'Angelis.
Diventato la voce del Partito Democratico, come quotidiano di partito, l'Unità è impegnato, per lo più, da una parte a parlar male del Movimento 5 Stelle e dei suoi aderenti, dall'altra a parlar male de Il Fatto Quotidiano o del suo direttore, Marco Travaglio. Evidentemente non una grande scelta dal punto di vista editoriale, visto che i giornalisti chiedono, tra l'altro, di verificare anche il rapporto con i propri lettori.
Il nome di un nuovo direttore non sarà sufficiente a calmare le tensioni crescenti all'interno della redazione che, oltre ad una risoluzione delle questioni economiche, chiede che le venga presentato un vero progetto di rilancio.
Una crisi, quella de l'Unità, che sembra procedere di pari passo con quella del PD, oggi diventato ufficialmente secondo partito in Italia, e del suo segretario Matteo Renzi, ai minimi della sua popolarità.