Il nucleo dell'Europa è incastonato nella parete rocciosa del Monte Taleo. Le radici dell'Unione europea sono aggrappate al santuario del Sacro Speco di Subiaco ben distanti dall'isola di Ventotene dove fu scritto il Manifesto al centro della bagarre politica di queste ore: è la 'regola' che caratterizza le giornate dei Conservatori europei arrivati oggi nel piccolo borgo laziale, alle porte di Roma, per celebrare San Benedetto, patrono d'Europa, e dedicate alle "radici cristiane" europee. Una 'regola' declinata al presente dai Conservatori europei proprio nei luoghi in cui un giovanissimo San Benedetto da Norcia forgiò il suo "prega e lavora".

Nicola Procaccini, copresidente del gruppo dei conservatori europei, che a Subiaco in occasione delle celebrazione del patrono San Benedetto, che ha portato fin quassù una trentina di eurodeputati dell'Ecr e chiaro a riguardo: «In questi anni si è cercato forzatamente di collocare il Manifesto di Ventotene nel cuore della costruzione dell'Europa come se fosse una specie di testo sacro. Questa - dice all'AGI l'eurodeputato di Fratelli d'Italia - è una forzatura storica perché era un testo rispettabile ma di parte che non ha nulla a che vedere con l'Europa che è poi stata progettata che era un'Europa confederale e non federalista. Questa è l'occasione giusta per dire che l'Europa è figlia di San Benedetto, del patrono dell'Europa e non è certo figlia di Spinelli o di altri, rispettabilissimi personaggi della nostra storia anche eroici, coraggiosi ma da un punto di vista ideale il nucleo fondante dell'identità europea è qui a Subiaco non è a Ventotene».

Il cristianesimo è l’unico elemento fortemente unificante in Europa, e non c’è bisogno di essere cristiani per riconoscerlo. Benedetto Croce affermava che tutto in Europa parla cristiano, e questo si riflette nelle nostre istituzioni», ricorda Francesco Lollobrigida, che proprio di Subiaco è originario. Il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare sottolinea infatti che «il concetto di Europa nasce con San Benedetto, oggi l’Europa deve riscoprire la sua missione e i conservatori hanno in questo un ruolo strategico, garantendo pace e prosperità». «Per affrontare le sfide future, l’Europa deve essere forte economicamente e guidata da valori chiari, con l’Italia protagonista», rimarca il ministro.

 «La nostra Europa potrà essere forte, libera e prospera soltanto se sarà consapevole e fiera della propria identità», dice Antonella Sberna. La vicepresidente del Parlamento Europeo ed eurodeputata di Fratelli d’Italia-Ecr sottolinea che «nei monasteri benedettini nacquero quei modelli di comunità che hanno permesso alla civiltà europea non soltanto di sopravvivere nei secoli bui, ma di rifiorire e prosperare». «E quindi la carta dei valori Conservatori firmata esattamente un anno fa ispirata dai principi benedettini, rappresenta un impegno vivo e attuale, un faro verso cui guardare per promuovere una società stabile, giusta e inclusiva, capace di coniugare progresso e tradizione, innovazione e moralità, libertà e rispetto reciproco».

Al Teatro Narzio di Subiaco, cove si e tenuto l'evento conclusivo della manifestazione, era presente anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli che è tornato sulla polemica di questi giorni.

«Meloni ha citato, nei giorni scorsi, un passaggio del Manifesto di Ventotene perlomeno discutibile, non secondo i canoni di un regime, ma secondo i canoni delle nostre democrazie liberali», osserva Giuli. «Non saremo certo noi a negare lo stato di cattività all’interno del quale è stato concepito il Manifesto di Ventotene’», continua il ministro. «Ma io mi chiedo: chi può negare che fra i maestri censori insorti contro il premier Meloni si annida una minoritaria ma rumorosa progenie composta da veterocomunisti transitati a suo tempo dalla ottusa militanza per l’Unione Sovietica alla ottusa militanza per la peggiore Unione Europea? Passare dall’Urss all’Ue senza nemmeno una piccola sosta nei confini italiani? Proprio loro insorgono? I vecchi nemici giurati dell’interesse nazionale? Nemici giurati – conclude Giuli – perfino di quel socialismo tricolore riformista che brillò come una coda di cometa sul finire della Prima Repubblica, di cui loro sono stati feroci avversari».