I politici come taxi
Sull'Espresso di questa settimana Gianfrancesco Turano scrive: "... il fallimento delle politiche di tutti i governi di tutti i ministri di tutti i grand commis di Stato o manager privati almeno a partire dal 2001 quando Berlusconi disegnò alla lavagna in TV le meraviglie della legge obiettivo. Ha fallito lui hanno fallito tutti."
È tutto qui il dramma degli elettori, i quali non sapendo che pesci pigliare invece di andare a votare vanno al mare oppure votano, ma al massimo per colui che pensano abbia buone probabilità di riparare almeno le buche della loro strada... che questi sia di centro, destra o sinistra ormai non ha più alcuna importanza.
I politici come taxi, si prendono per un determinato percorso, poi si lasciano e si sale su un altro taxi.
Su quello di Matteo Salvini attualmente sono saliti in tanti, preoccupati non delle morti in mare, ma del degrado della loro particina di quartiere, mischiati a coloro che più obiettivamente di quelle morti si preoccupano e vorrebbero anche una condivisione europea del problema. Quando questo problema verrà sostituito da altri, il taxi di Salvini si troverà senza clienti.
È la democrazia, bellezza, cioè il sistema peggiore ad eccezione di tutti gli altri.
È a questo che ci dobbiamo abituare per gli anni a venire, nella consapevolezza che oggi lo statista che pensa alle prossime generazioni, a differenza del politico che pensa alle prossime elezioni, con il clima attuale arriverebbe sì e no a fare l'usciere al Ministero.
L'unica speranza è che ci rimanga la libertà di cambiare taxi!