Nel 2017 Milano ha consumato 2 miliardi in azzardo nel complesso dei “giochi” su rete fisica (bar, tabaccherie, sale gioco). E lo Stato? Lo Stato ha incassato 275,5 milioni.

Poi c'è la rete telematica, che viene genericamente e approssimativamente chiamata "l'online": qui il consumo dei milanesi è stato di 678 milioni complessivi, con un introito erariale di 2,1 milioni di euro.

Il flusso di denaro "giocato" nella sola città di Milano è così suddiviso: 579 milioni di euro consumati nelle slot machine presenti nei bar, tabaccherie e altri esercizi commerciali a libero accesso; ,806 milioni di euro consumati in Vlt, macchine collocate nelle sole sale giochi, dove per legge dovrebbe essere (ma spesso non è) previsto un controllo formale di identità all’accesso; 264 milioni di euro consumati in Gratta & Vinci e altre lotterie istantanee; 168 milioni di euro consumati al Lotto; 122 milioni di euro consumati in Supernelotto: 120 milioni di euro consumati in scommesse a quota fissa; 59 milioni di euro consumati nelle sale Bingo; 34 milioni di euro consumati in scommesse in agenzia.

Altre voci, come l'Eurojackpot (8,5 milioni), l'ippica Nazionale (7 milioni), e le lotterie tradizionali (900 mila euro) completano il quadro. Sulla rete telematica la fanno da padroni i cosiddetti "giochi di abilità", con 491 milioni di euro.

Cifre che impoveriscono le famiglie, degradano i loro spazi di relazione. Ma fanno alzare il Pil. Il tutto, mentre i milanesi con problemi di reddito sono oramai il 53,4% della popolazione. L'azzardo di massa è una grande idrovora: drena risorse e le trasferisce. Dove e perché è tutto da chiarire.