La Moldavia sembra "la prossima Ucraina". Lo ha detto recentemente il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Lavrov, come altri nella cerchia ristretta e sempre più ristretta attorno al presidente, è sempre più costretto a ripetere a pappagallo la propaganda Russa o ad "esorcizzare" i progetti di invasione allargata immaginati da Vladimir Putin. 

Ecco cosa intendeva, probabilmente,  Lavrov nel corso del suo intervento pubblico:

"Vista da Mosca, la Moldavia assomiglia all'Ucraina prima che Putin la attaccasse un anno fa. Entrambi i paesi facevano parte dell'Unione Sovietica, e prima ancora della Russia e di altri imperi. Entrambi riconquistarono l'indipendenza dopo la guerra fredda. Ed entrambi negli ultimi decenni si sono orientati verso ovest, con l'aspirazione di entrare un giorno nell'Unione Europea. L'anno scorso, l'UE ha infatti accelerato sia Chisinau che Kyiv nello status ufficiale di candidati".

La Moldavia era la più povera delle nazioni ex sovietiche e lo è rimasta anche oggi. L'entrata della potenza Russa nella regione, comporterebbe un radicale cambiamento di scenario nell'attuale conflitto in atto in Ucraina. 

La situazione potrebbe precipitare se Mosca volesse annettersi la Transnistria, parliamo di una Repubblica autoproclamatasi indipendente dal 2 settembre 1990. In realtà,  di fatto  è una "porzione"  indipendente sotto tutela russa, da sempre rivendicato dalla Moldavia.

Putin, in sede di trattativa diplomatica potrebbe richiedere il Donbass, la Crimea e proprio la Transnistria dove sono allocate ingenti quantità di munizioni e armamenti di proprietà della Russia.

Staremo a vedere, ma credo che si arriverà presto ad un accordo di questo genere, integrato da una neutralità dalla NATO sottoscritta dalla Finlandia e la non entrata di fatto da parte dell'Ucraina nel gruppo di deterrenza occidentale.