«Consequently, the Court considered that the violence perpetrated against the applicants had caused "severe" physical and psychological suffering and had been particularly serious and cruel. It therefore held that the treatment to which the applicants had been subjected in Diaz-Pertini School was to be regarded as torture, and that there had been a violation of the substantive limb of Article 3 of the Convention.»

Questo è quanto riportato nella sentenza in inglese (l'originale è in francese) con cui la Corte europea dei Diritti dell'Uomo ha ritenuto l'Italia colpevole di tortura in seguito al blitz della polizia alla scuola Diaz-Pertini di Genova, durante il G8 del 2001.

Per fare irruzione nella scuola dove erano ospitati attivisti e giornalisti arrivati nel capoluogo ligure per il G8, la polizia utilizzò un autoblindo per sfondare i cancelli della scuola. Successivamente, poliziotti in tenuta antisommossa, forniti di elmetti e protezioni entrarono nella scuola, prendendo a calci, pugni e manganellate decine di persone, anche quelle che erano sedute per terra con le mani alzate e bene in vista, ricorrendo ad un uso della forza indiscriminato, sistematico e sproporzionato.

Nella sentenza, il comportamento delle forze dell'ordine e di coloro che le comandavano è accuratamente descritto ed è siceramente agghiacciante in relazione all'aberrante, gratuita e immotivata violenza applicata nei confronti di persone del tutto inermi.

Questa sentenza, peraltro sacrosanta, è per l'Italia un doppio schiaffo. Da una parte perché nel nostro paese non esiste il reato di tortura per cui siamo stati condannati, evidenziando quindi una carenza legislativa più che imbarazzante, considerando il numero di leggi assolutamente inutili di cui il nostro paese è incredibilmente "ricco".

Dall'altra perché siamo condannati a risarcire delle persone che sono state "torturate" da rappresentanti delle forze dell'ordine nell'anno 2001, semplicemente perché le loro idee politiche non erano ritenute accettabili... neanche fossimo ritornati ai tempi del ventennio con l'Ovra e le squadracce fasciste.