Era il 30 dicembre quando Li Wenliang, oculista all'Ospedale Centrale di Wuhan, avvertì per la prima volta alcuni colleghi medici su un gruppo di Weibo - un microblogging cinese fra Twitter e Facebook, diffusissimo in Cina - invitandoli ad indossare indumenti protettivi per evitare l'infezione di quello che poi è stato identificato come un nuovo coronavirus.

Quattro giorni dopo il dottor Li fu convocato dalla Polizia che gli fece firmare un documento in cui si autoaccusava di aver diffuso false notizie che avevano turbato gravemente l'ordine pubblico.

Molti giorni dopo, però, le autorità locali si sono successivamente scusate con il dottor Li.

Questa storia l'ha riportata lo stesso medico dal suo profilo su Weibo... insieme a quanto gli è poi accaduto successivamente. Il 10 gennaio Li Wenliang ha iniziato a tossire. Il giorno dopo aveva la febbre e due giorni dopo era in ospedale. Il 30 gennaio gli è stato diagnosticato il coronavirus.

Li Wenliang, però, non ce l'ha fatta.

Adesso fa parte delle 564 persone decedute in Cina a causa dell'epidemia di coronavirus, mentre quelle contagiate sono, fino a ieri, 28.018.

Secondo alcuni esperti, rispetto al numero ufficiale, il tasso reale di diffusione del virus potrebbe essere di 10 volte superiore, a causa del fatto che la maggior parte delle persone infette, presentando solo sintomi lievi, non riceverebbero cure adeguate e non verrebbero messe in quarantena, causando pertanto una maggiore diffusione dell'epidemia che, al momento ha però un tasso di mortalità di poco superiore al 2%, mentre quello della Sars (anch'essa causata da un coronavirus) era del 10%.

Aggiornamento. 

La notizia della morte di Li Wenliang avvenuta a Wuhan alle 21:30 ora locale era stata confermata dal tabloid Global Times, dopo che il People's Daily, organo del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese, ne aveva in precedenza dato notizia con un tweet. 

Però, dopo che la notizia ha avuto eco in tutto il mondo suscitando molto scalpore anche in Cina, dove è diventata subito virale sul social Weibo, il Global Times ha modificato quanto pubblicato in precedenza, riportando così in vita il dottor Li che adesso sarebbe collegato ad una macchina salvavita per l'ossigenazione e la circolazione del sangue.

Questa, però, sarebbe solo la versione ufficiale che le autorità cinesi hanno imposto ai media locali, come hanno confermato  - in forma anonima per timore delle conseguenze - giornalisti e medici presenti ad altri organi di informazione, tra cui la BBC.