Il Global Stocktake è il principale strumento predisposto dall’accordo di Parigi, all’articolo 14, per la sua realizzazione. Letteralmente significa “inventario globale”, serve a fare il punto sullo stadio di avanzamento delle politiche climatiche e a ricalibrare i piani d’azione nazionali o NDCs (Nationally Determined Contributions) che periodicamente, ogni 5 anni, gli Stati devono consegnare. 

La prima bozza d'intesa in cui la COP28 proponeva l'eliminazione graduale dei combustibili fossili e per la quale dovevano essere concordati finanziamenti e scadenze eque per rendere gli impegni sostenibili anche per i Paesi a basso reddito, lunedì è stato presentato un nuovo testo d'intesa svuotato di qualsiasi impegno per la decarbonizzazione, in cui ci si limitava a "riconoscere la necessità" di ridurre gradualmente i combustibili fossili prodotti e utilizzati senza catturare la CO2 emessa lungo l’intero ciclo di vita e di aumentare le energie rinnovabili, tralasciando qualsiasi riferimento ad altri combustibili fossili come il petrolio e il gas. 

Inoltre, nella bozza si rilevava la necessità di finanziamenti in tal senso, ma senza fornirli. Inoltre, legittimava la cattura e lo stoccaggio del carbonio, tecnologie smascherate come false dagli esperti. 

Alla fine si è arrivati ad una risoluzione di compromesso, con i Paesi presenti che hanno accettato di "transitare fuori dai combustibili fossili", senza però impegnarsi per la completa eliminazione di carbone, gas e petrolio.

Per alcuni, comunque, solo aver messo nero su bianco  la volontà di abbandonare i combustibili fossili è di per sé positivo, visto che, indirettamente, se ne riconosce finalmente, dopo tre decenni, la responsabilità come principale causa della crisi climatica. 

Così Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia:

"Il testo finale rappresenta un miglioramento rispetto all’ultima versione, che era inaccettabile, anche se è ancora molto permeato e influenzato dalle lobby fossili e da quelle delle false soluzioni (nucleare, cattura e stoccaggio del carbonio). Pessima la menzione dei combustibili per la transizione, una transizione che gli interessi del gas tendono a rendere infinita ed enormemente più dispendiosa, proprio perché consistenti fondi tengono in piedi il sistema fossile. Controproducente anche l’inclusione di nucleare e cattura e stoccaggio del carbonio, elencati come tecnologie a zero e a basse emissioni. Il testo finale invita tutti i Paesi a seguire la scienza del clima dell’IPCC e afferma l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, ma le indicazioni della decisione non sono in linea con questo obiettivo. Per un pianeta vivibile abbiamo bisogno della completa eliminazione di tutti i combustibili fossili e della transizione verso un futuro di energia rinnovabile nonché a un sistema votato a risparmiare energia e risorse e a usarle nel modo più efficiente possibile.Nel testo sentiamo ancora gli interessi non solo dei Paesi produttori di idrocarburi, ma soprattutto delle potenti compagnie occidentali, incluse le nostre, che i combustibili fossili li estraggono, gestiscono e vendono, insomma di coloro che cercheranno di farci comprare, a caro prezzo, sino all’ultima goccia di petrolio e molecola di gas naturale. La vera riflessione da fare, al più presto, è capire come rendere molto più influenti coloro che tutelano gli interessi collettivi e di chi non ha voce, dai poveri alla natura. ‘Uscire dai combustibili fossili è inevitabile’, dice Guterres: perché sia un percorso veloce, come la comunità scientifica indica per affrontare la crisi climatica, e porti nuove opportunità, la transizione va accompagnata da governi davvero indipendenti e custodi dell’interesse generale.  Il nostro lavoro è appena iniziato e continua in Italia".

Teresa Anderson, responsabile globale di ActionAid per la giustizia climatica commenta così il testo votato alla Cop28 alla chiusura dei negoziati: "Mentre il testo manda un segnale che l'industria fossile ha i giorni contati, i Paesi più ricchi hanno chiaramente rifiutato di offrire nuovi finanziamenti per aiutare i Paesi in via di sviluppo a rendere questi obiettivi una realtà raggiungibile. I Paesi ricchi vogliono avere la botte piena e la moglie ubriaca. Ma dovrebbero ricordare che non esistono obiettivi climatici gratuiti. Questo testo significa che i Paesi a basso reddito, già indebitati a causa dei costi dei disastri climatici, potrebbero essere costretti a fare scelte impossibili tra sicurezza economica e azione per il clima.     Il testo presenta molte scappatoie e offre diversi regali ai cosiddetti “greenwashers”, che mistificano la reale uscita dai fossili con tecnologie “verdi”, inserendo la cattura e lo stoccaggio del carbonio, i cosiddetti combustibili di transizione, l'energia nucleare e i mercati del carbonio. Complessivamente, traccia una strada accidentata verso un futuro senza fossili". 

Questo il commento del ministro per l'ambiente Pichetto Fratin che ha abbandonato il vertice un giorno prima della sua conclusione, a testimonianza di quanto possa aver inciso la posizione dell'Italia sul testo finale:

"L'intesa raggiunta a Dubai tiene conto di tutti gli aspetti più rilevanti dell'accordo di Parigi e delle istanze, profondamente diverse tra loro, dei vari Stati, che tuttavia riconoscono un terreno e un obiettivo comune, con la guida della scienza. Per questo, riteniamo il compromesso raggiunto come bilanciato e accettabile per questa fase storica, caratterizzata da forti tensioni internazionali che pesano sul processo di transizione. L'Italia, nella cornice dell'impegno europeo, è stata impegnata e determinata fino all'ultimo per il miglior risultato possibile". Così il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, commenta l'accordo sul Global Stocktake alla Cop28."Sulle fonti fossili - spiega Pichetto - abbiamo cercato un punto di caduta più ambizioso, ma nell'intesa c'è un chiaro messaggio di accelerazione verso il loro progressivo abbandono, riconoscendone il ruolo transitorio: abbiamo per la prima volta un linguaggio comune sulla fuoruscita dai combustibili fossili, per le emissioni zero nette al 2050" . "L'accordo - prosegue Pichetto - sancisce la necessità di profonde e rapide riduzioni delle emissioni di gas serra, in un quadro di contestuale forte affermazione delle rinnovabili". "Tra i tanti risultati apprezzabili - spiega - vi è il riconoscimento di un ruolo chiave per il nucleare e l'idrogeno". "Di particolare importanza - aggiunge il Ministro - anche l'evidenza che si è data alla necessità di ridurre le emissioni nei trasporti, con veicoli a zero e basse emissioni, nei quali rientrano anche i biocarburanti, grazie alla riconosciuta mediazione italiana nel coordinamento europeo"."Voglio anche ricordare - aggiunge Pichetto - la preziosa eredità di questa Cop nell'aiuto ai Paesi in via di sviluppo e a quelli colpiti da catastrofi climatiche: l'Italia in Europa è stata tra i maggiori contributori del fondo 'Loss&Damage' con cento milioni, mentre con una serie di intese bilaterali ha voluto rinsaldare lo sviluppo di progetti rivolti all'adattamento e all'efficienza energetica in aree come il Medioriente, l'Africa, l'America, oltre all'Ucraina". "Voglio ringraziare quanti hanno lavorato in queste ore senza sosta per raggiungere l'accordo, contribuendo in maniera decisiva alla sua definizione: partendo dal viceministro Vannia Gava, dal capo negoziatore Federica Fricano e il team di altissimo livello giunto dal ministero a Dubai, dall'inviato per il Clima Francesco Corvaro. Un particolare ringraziamento all'importante lavoro di mediazione della presidenza emiratina".



Crediti immagine: comunicato stampa Nazioni Unite