I bambini - in particolare ragazzine - in Nigeria vengono utilizzati come bombe umane. Il loro numero è in aumento soprattutto nell'area nord-est del paese, tanto da risultare, solo nel 2017, già quattro volte maggiore rispetto al totale dell’ultimo anno.

Questo è quanto ha denunciato in una nota l'Unicef, riportando in dettaglio i dati relativi all'anno in corso. Dal 1 gennaio 2017, sono stati usati 83 bambini come "bombe umane": 55 ragazze, il più delle volte sotto i 15 anni, e 27 ragazzi, fra cui un bambino che è stato legato a una ragazza.

A far ricorso a questa pratica, cui non è possibile trovare una definizione adeguata tanto è atroce e inumana, è il gruppo armato conosciuto come Boko Haram - organizzazione terroristica jihadista sunnita alleata dal 2015 con lo Stato Islamico - che talvolta, non sempre, ha rivendicato la responsabilità di questi attacchi rivolti per lo più contro la popolazione civile.

Boko Haram utilizza bambini che, nella quasi totalità dei casi, sono stati rapiti e che non hanno legami affettivi con i terroristi. Ma il loro utilizzo ha un ulteriore impatto: creare sospetti e paure nei confronti dei bambini che sono stati rilasciati, salvati o fuggiti da Boko Haram. Come risultato, molti bambini che sono riusciti a scappare dalla prigionia devono affrontare un rifiuto nel momento in cui cercano di reintegrarsi nelle loro comunità, aggravando le loro sofferenze.

In questo momento in Nigeria ci sono 1,7 milioni di sfollati a causa dell’insurrezione nel nord-est del paese, l’85% dei quali nello Stato del Borno, dove è avvenuta la maggior parte di questi attacchi. Il nord-est della Nigeria è anche uno fra i quattro paesi e regioni su cui grava la minaccia della carestia: quest’anno raggiungono i 450.000 i bambini a rischio di malnutrizione acuta grave.