La corsa alle poltrone: c'è chi l'ha iniziata e c'è chi non è ancora in grado di farlo
Alleanze e programmi alle prossime politiche? È una corsa alle poltrone e una affermazione dell'ego dei vari capi partito.
L'immagine in alto mostra, al di là di ogni evidenza, quelle che sono le priorità del centrodestra: la spartizione dei collegi elettorali da riempire con i candidati di bandiera. In genere le alleanze si fanno sui programmi, nel centrodestra, evidentemente, i programmi si chiamano poltrone.
Nel centrosinistra, le cose non vanno diversamente. Per esser più precisi, nel centrosinistra si tenta disperatamente di arrivare allo stesso punto in cui è arrivato il centrodestra... ma la strada sembra in salita.
Il confusissimo Letta, in questo momento, è sicuro di allearsi con il solo Calenda, salvo che il mitico "piacicchio" (definizione di Crozza), con il suo teorico 4%, ha già dettato l'agenda al Pd, proponendosi anche come presidente del Consiglio... ma solo se Draghi non dovesse accettare. Di Maio è inutile citarlo, perché la sua presenza in una qualsiasi alleanza, è utile solo allo stesso Di Maio e non porta certo voti.
Quindi, come si vede, neanche il tempo di iniziare che già per Letta i problemi da superare hanno l'aspetto di magigni.
Nella truppa "progressista" però, oltre ai 5 Stelle non sembrano accetti - almeno finora - i renziani di Italia Viva che, a dirla tutta, adesso sembrano far schifo un po' a tutti. E la disperazione per una poltrona che rischia di non esser più garantita è ormai tale da far rilasciare ai pretoriani di Renzi dichiarazioni al limite della farsa, come quella di Faraone:
"Credo che subiamo un paradosso incredibile: c'è un ostracismo su Italia Viva perché abbiamo mandato a casa Conte e voluto Draghi a Chigi e chi ci guarda di traverso sono gli stessi che oggi sventolano l'agenda Draghi dopo aver gridato 'o Conte o morte'.Se esiste un veto per questa questione noi siamo orgogliosi di andare da soli: non siamo preoccupati di questa 'beata solitudine' perché gli elettori sapranno premiare quella linearità di idee e la chiara volontà di aver aperto la strada a Draghi.Se poi si trova un'alleanza sui grandi temi bene, altrimenti avanti da soli".
I grandi di temi di Italia Viva sono i seguenti: Matteo Renzi è un ganzo e peste lo colga chi dica il contrario, Giuseppe Conte fa schifo, i 5 Stelle devono sparire dalla politica. Il resto, lo sappiamo già: fare sempre l'esatto contrario di ciò che viene annunciato.
Persino per il Pd di Letta, evidentemente, queste proposte sono un po' troppo elementari, oltre che desuete.
Nel panorama politico attuale, mancano un paio di formazioni di sinistra, di cui una vicina al Pd e i 5 Stelle che, complessivamente, sono indicate con un 15% di consensi.
Ma Letta ha preferito un 4% che gli volterà le spalle subito dopo le elezioni ad un alleanza, di sinistra, che invece si sarebbe comodamente avvicinata al 40% di consensi.
Ma bisogna ricordarsi che il Pd con la sinistra non ha nulla a che fare. L'unica cosa che trae in inganno è il perché quel partito si ostini a definirsi socialista.
L'alleanza 5 Stelle e Pd potrà ricomporsi prima delle elezioni?
No, è la risosta categorica di Conte che poi ha aggiunto che ci saranno le premesse - dopo le elezioni - solo se il Pd vorrà schierarsi convintamente a favore dei più deboli, del lavoro, dei più giovani, delle donne... in prospettiva futura ci potranno essere le premesse per un dialogo solo se il Pd abbandonerà l’agenda Draghi e sposerà un’agenda autenticamente sociale ed ecologica.