Di Vincenzo Petrosino - Oncologo Chirurgo - Salerno -
Ho ripetuto per anni che "il progresso, se di progresso realmente di tratta, non può avere un prezzo".
Tra l'altro questo prezzo non può essere mai la vita di un bambino o anche la malattia di un proprio caro. Il problema è molto spinoso perché da una parte abbiamo numerose persone che vivono di quel lavoro e tante altre che comunque pagano le conseguenze dell'inquinamento.
Si parla spesso di Pil e di economia, ma creare economia, creare Pil per l'Italia sacrificando un certo numero di persone non è certamente cosa giusta.
Alcuni anni fa, a febbraio del 2019, stimolato dall'associazione "genitori Tarantini" inviai un messaggio davvero spontaneo in occasione della "fiaccolata per i nostri angeli" in memoria dei bambini morti per cancro e delle vittime di malattie connesse all'inquinamento atmosferico.
Avevo già pubblicato il primo studio su ammalati di cancro che vivevano da oltre 10 anni in territori con riconosciute criticità ambientali e stavo elaborando altri dati.
Tra l'altro avevo già conosciuto anni prima la situazione di Taranto analizzando in tutta Italia e quindi anche a Taranto alcuni dati forniti dalle Asl.
I genitori tarantini chiedevano al Presidente della Repubblica, insieme alle altre associazioni simili di tutta Italia , l'istituzione della giornata Nazionale delle piccole vittime dell'inquinamento.
Nella Fiction svegliati amore mio l'attrice Sabrina Ferilli interpreta una madre coraggiosa, con una figlia che si ammala e appunto il sospetto ricade sui veleni emessi dalla fabbrica dove lavora il marito.
Nana è una madre, una moglie e prima ancora una donna coraggiosa e animata da un profondo senso di giustizia. La vita cambia per sempre quando sua figlia si ammala improvvisamente. La scoperta di altri casi simili al suo fa sorgere in lei un dubbio atroce: la causa di tutto potrebbero essere le emissioni di una fabbrica a pochi passi da casa, la stessa per cui lavora suo marito.
La sua storia è frutto di una confidenza ricevuta dai registi Simona Izzo e Ricky Tognazzi, ma è anche lo specchio del calvario che tanti genitori hanno vissuto e stanno vivendo, costretti a vedere i loro bambini lasciare i giochi e gli amici per affrontare lunghe degenze in ospedale, piccoli guerrieri contro malattie causate dal disastro ambientale agevolato da chi ha avuto a cuore più il denaro che la salute della comunità.
Il personaggio di Nanà nasce da una storia vera. I due registi hanno avuto modo di incontrare una donna, che ha raccontato loro il dramma vissuto in famiglia. La persona in questione ha preferito mantenere l'anonimato. Tognazzi ha fatto sapere che è del Sud, ma ha evitato di specificare se sia originaria di Taranto. Di certo, vive in uno dei luoghi d'Italia in cui si trova un'azienda siderurgica.
Non si tratta di una fiction che poggia su semplici supposizioni.
Già da molto tempo la scienza nel mondo e anche le nostre ricerche confermano che alcune sostanze inquinanti smaltite in modo colposo e doloso sono presenti in ammalati di cancro e di altre patologie come ad esempio le patologie tiroidee. Queste sostanze possono anche essere responsabili di altre patologie e di malformazioni. E' spesso sorprendente vedere che si cerca di spiegare quello che è già ampiamente conosciuto. Nessuno a mio giudizio, al mondo , potrà mai asserire scientificamente che abitare per anni in prossimità di una simile criticità ambientale possa essere " una boccata di salute ".
Senza entrare in discussioni scientifiche invito ad ascoltare il video del febbraio 2019 che a mio giudizio rappresenta un chiarissimo monito a stare attenti all'inquinamento doloso e colposo come ad esempio quello della terra dei fuochi, di Taranto, del sulcis, della Basilicata e di tante altre regioni d'Italia.
Questa fiction molto seguita, a mio giudizio, merita un forte supporto di chi ha fatto scienza e studiato il rapporto tra queste sostanze e le patologie umane .
Per saperne di più:
fai.informazione.it/6546D655-5A6C-4E48-A00C-1744014959C6/Inquinanti-ambientali-e-tumori-due-studi-pilota-in-Italia-Intervista-su-medico-e-Paziente-a-Vincenzo-Petrosino