Giovedì, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg si è recato a Kiev, per la quarta volta dall'inizio del suo mandato, dove ha incontrato il presidente Zelensky e membri del suo esecutivo per confermare all'Ucraina, "per tutto il tempo necessario", il sostegno dell'Alleanza atlantica per difendersi dall'aggressione della Russia. 

Nella conferenza stampa a seguito del vertice, Stoltenberg  ha sottolineato che gli alleati della NATO hanno fornito più di 150 miliardi di euro di sostegno all'Ucraina dalla data dell'invasione della Russia, oltre all'ddestramento di decine di migliaia di soldati ucraini nel corso degli anni.

"Gli alleati, adesso, stanno  consegnando jet, carri armati e veicoli corazzati, e il fondo ucraino della NATO sta fornendo un supporto urgente... Tutto questo sta facendo davvero la differenza sul campo di battaglia", ha detto Stoltenberg, aggiungendo che "iI posto legittimo dell'Ucraina è nella famiglia euro-atlantica. Il posto legittimo dell'Ucraina è nella NATO. E nel tempo, il nostro sostegno contribuirà a renderlo possibile. ...

Non sappiamo quando questa guerra finirà, ma sappiamo che l'aggressione russa è un modello che deve essere fermato. Quindi dobbiamo continuare a rafforzare le forze armate dell'Ucraina, garantendo che siano in vigore accordi solidi per la sua sicurezza".

 Stoltenberg ha successivamente confermato che il presidente Zelensky ha accettato il suo invito al prossimo vertice della NATO che a lugliio si terrà a Vilnius.

Sul sostegno a Kiev è intervenuto quest'oggi anche il responsabile della politica estera dell'UE, il commissario Josep Borrell che ha dichiarato dal proprio account social, mentre a Ramstein stava partecipando a una riunione del gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina, che l'Unione europea ha già fornito addestramento a 16.000 militari ucraini e ha inviato vari tipi di munizioni, inclusi missili, per un valore di 600 milioni di euro.

Oggi il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha dichiarato che eventuali operazioni militari in territorio russo, purché limitate e finalizzate al blocco di approvvigionamenti al fronte, siano da considerarsi del tutto normali.