Dichiarazione del portavoce dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Thameen Al-Kheetan:

"Le persone disperate e affamate di Gaza continuano a trovarsi di fronte alla disumana scelta tra morire di fame o rischiare di essere uccise mentre cercano di procurarsi del cibo.

Da quando la "Gaza Humanitarian Foundation" ha iniziato a operare il 27 maggio, l'esercito israeliano ha bombardato e sparato contro i palestinesi che cercavano di raggiungere i punti di distribuzione, causando numerose vittime. Secondo quanto riferito, oltre 410 palestinesi sono stati uccisi a seguito di questi attacchi. Almeno altri 93 sarebbero stati uccisi dall'esercito israeliano mentre cercavano di avvicinarsi ai pochissimi convogli di aiuti delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni umanitarie. Almeno 3.000 palestinesi sono rimasti feriti in questi incidenti.

Ciascuna di queste uccisioni deve essere indagata tempestivamente e imparzialmente e i responsabili devono essere chiamati a risponderne. L'uccisione e il ferimento di civili derivanti dall'uso illegale di armi da fuoco costituiscono una grave violazione del diritto internazionale e un crimine di guerra.

I palestinesi di Gaza soffrono la fame e la mancanza di altri beni di prima necessità. La Striscia di Gaza rimane sull'orlo della carestia a causa della chiusura e del blocco imposti da Israele, nonché delle continue restrizioni illegali all'ingresso e alla distribuzione degli aiuti umanitari. Questo si aggiunge alla sistematica distruzione della produzione alimentare e dell'economia locale da parte di Israele, nonché ai ripetuti sfollamenti forzati di massa degli ultimi 20 mesi.

Israele continua inoltre a imporre severe restrizioni al lavoro delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni umanitarie, impedendo loro di portare e distribuire cibo, carburante e aiuti salvavita a Gaza. Dal 2 marzo 2025, solo pochissimi camion sono stati autorizzati ad entrare.

Assistiamo a scene di caos attorno ai punti di distribuzione alimentare della "Gaza Humanitarian Foundation" e ai pochi convogli umanitari delle Nazioni Unite. Donne, bambini, anziani e disabili, in particolare, si trovano ad affrontare molteplici sfide in questi punti e sono potenzialmente a rischio di forme aggravate di sfruttamento e abuso.

Il meccanismo militarizzato di assistenza umanitaria di Israele è in contraddizione con gli standard internazionali sulla distribuzione degli aiuti. Mette in pericolo i civili e contribuisce alla catastrofica situazione umanitaria a Gaza. La militarizzazione del cibo destinato ai civili, oltre a limitare o impedire il loro accesso ai servizi essenziali, costituisce un crimine di guerra e, in determinate circostanze, può costituire elementi di altri crimini ai sensi del diritto internazionale.

L'esercito israeliano deve smettere di sparare alle persone che cercano di procurarsi cibo. Israele deve inoltre consentire l'ingresso di cibo e altri aiuti umanitari necessari a sostenere la vita dei palestinesi a Gaza, in conformità con il diritto internazionale e i principi umanitari. Deve immediatamente revocare le sue illegittime restrizioni all'operato delle Nazioni Unite e di altri attori umanitari. Gli Stati terzi hanno l'obbligo di adottare misure concrete per garantire che Israele, potenza occupante a Gaza, adempia al proprio dovere di garantire alla popolazione cibo e beni di prima necessità sufficienti".
 


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