Nascono gli ebook etici di LULU CHE FA STORIE
Prima Caserta e poi Salerno: il collettivo letterario fondato da Cristiana Danila Formetta non si ferma e con gli ebook apre le porte a un pubblico sempre più vasto di lettori e appassionati.
[SALERNO, Luglio 2020] — «Quando ho pubblicato il mio libro d’esordio, la prima lezione che ho imparato è che con la letteratura non si mangia. Anzi, spesso si finisce per dare da mangiare a chi con la letteratura non c’entra un bel niente». A parlare è Cristiana Danila Formetta, scrittrice e blogger con un’esperienza ventennale nei servizi editoriali. «Non mi riferisco agli editori a pagamento, ma a tutte le difficoltà e i costi a cui un esordiente va incontro dopo che ha pubblicato, dalle fiere del libro a cui l’editore lo invita (ma senza pagargli le trasferte) alle copie omaggio date a giornalisti e recensori, anche queste non rimborsate. Senza dimenticare quelle presentazioni dove il giovane autore è costretto a portarsi da casa le copie del suo stesso libro per sopperire a una distribuzione editoriale fatta “a macchia di leopardo”. L’ebook, che per molti feticisti della carta è uno dei mali che affligge il mercato editoriale, in realtà rappresenta una delle possibili vie d’uscita dalla crisi. L’altra è puntare su storie inusuali che stimolano la curiosità del pubblico».
Formetta, 49 anni, salernitana, ha le idee molto chiare.
«Fin dalla sua comparsa, l’ebook è stato visto come un qualcosa che anticipava i tempi. Ebbene anche il progetto editoriale che c’è dietro deve cambiare per anticipare i tempi. Per questo abbiamo scelto la forma del collettivo, invece di fondare una casa editrice o un’associazione letteraria».
Lulu che fa Storie fa parte di Open Collective, una piattaforma internazionale in cui le community possono raccogliere ed erogare denaro in modo trasparente, per sostenere e far crescere nuovi progetti. Con il boom del digitale registrato durante il lockdown, Lulu ha deciso di lanciare la sua collana di ebook, ma pensati e sviluppati con un approccio etico alla scrittura.
«I nostri ebook sono realizzati in maniera che tutti guadagnino dal proprio lavoro. Niente più contratti vincolanti per l’autore, ma un semplice accordo tra le parti dove chi ha collaborato alla realizzazione del prodotto percepisce una percentuale sulle vendite in base al compito svolto. Facciamo l’esempio di un libro illustrato per bambini: le royalties verranno suddivise tra autore, illustratore, e curatore del libro (che può essere l’editor, l’impaginatore o entrambi) e saranno versate direttamente dal distributore a tutti gli interessati».
Per rendere possibile tutto questo, Lulu che fa Storie ha scelto di abbandonare la concezione tradizionale del Copyright, adottando al suo posto le Licenze Creative Commons che si basano sul principio “alcuni diritti riservati”. Con le Creative Commons il titolare dei diritti d’autore su un’opera ne consente determinati utilizzi, riservandosi però alcuni diritti.
«Il contratto di edizione tradizionale prevede che gli autori non possono disporre dell’opera né di una sua parte in un modo che sia ritenuto svantaggioso per l’editore. Perciò se un mio amico vuole pubblicare una paginetta del mio libro sul suo Instagram per farmi un po’ di pubblicità, devo prima chiedere il permesso all’editore. Con le Creative Commons invece tutta questa burocrazia non è più necessaria, basta il consenso dell’autore, anche ottenuto con una semplice email».
Lulu che fa Storie prende il suo nome da Louise Brooks, diva del cinema muto, ma anche scrittrice e critica cinematografica, i cui film furono spesso osteggiati dai sostenitori della cultura tradizionale, per essere rivalutati in un secondo tempo. Proprio come sta accadendo oggi con gli ebook.
###
Lulu che fa Storie è un collettivo indipendente che fa parte di OpenCollective.com
Per maggiori informazioni sulle Licenze Creative Commons vai al sito https://creativecommons.it