A dispetto delle previsioni, dopo la mezzanotte, riportando una dichiarazione del ministro degli Esteri russo Lavrov, l'agenzia di stampa TASS comunicava che il generale Khalifa Haftar aveva lasciato Mosca senza firmare l'accordo di cessate il fuoco redatto in collaborazione da Russia e Turchia.

Mentre il suo avversario Fayez al Serraj, che è a capo del governo di Tripoli riconosciuto a livello internazionale, aveva firmato l'accordo, Haftar aveva chiesto fino a martedì mattina prima di prendere una decisione.

Haftar ha rifiutato di firmare il cessate il fuoco perché non includeva una data di scadenza per lo scioglimento delle forze a supporto del governo di Tripoli, secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Interfax, mentre per Al Arabiya, Haftar ha lamentato l'assenza di alcune sue richieste nel documento di cessate il fuoco, in particolare il ritiro delle forze turche dalla Libia.

Mentre le milizie di al Serraj sono sostenute militarmente dalla Turchia, quelle di Haftar sono appoggiate da mercenari russi, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Giordania.

A questo punto, non è chiaro se la Conferenza di Berlino, organizzata dalla cancelliera Angela Merkel per domenica 19 gennaio nel tentativo di arrivare ad un accordo di pace in Libia, si svolgerà o meno.

Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha dichiarato che la Turchia ha fatto il possibile per garantire il cessate il fuoco, aggiungendo che se Haftar rimarrà fermo sull'attuale decisione, il vertice sulla Libia che si terrà domenica a Berlino non avrà alcun significato.

Nessuna dichiarazione, al momento, da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che oggi è al Cairo per incontrare il presidente egiziano al Sisi e che ieri si era detto fiducioso, se non addirittura certo, della firma di Haftar per il cessate il fuoco.