In base a quanto dichiarato ieri nel comunicato stampa a seguito del Consiglio dei Ministri n. 21, il Governo guidato da Mario Draghi ha approvato il cosiddetto "decreto semplificazioni", decreto legge per la "governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)" con le "prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di snellimento delle procedure".

Ecco come saranno "semplificate" le procedure per realizzare i contenuti del PNRR.

La governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è articolata su più livelli.


Responsabilità di indirizzo
La responsabilità di indirizzo del Piano è assegnata alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Viene istituita una Cabina di regia, presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri, alla quale partecipano di volta in volta i Ministri e i Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri competenti in ragione delle tematiche affrontate in ciascuna seduta.La Cabina di regia esercita poteri di indirizzo, impulso e coordinamento generale sull'attuazione degli interventi del PNRR.
Alle sedute della Cabina di regia partecipano i Presidenti di Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano quando sono esaminate questioni di competenza regionale o locale, nonché il Presidente della Conferenza, su questioni d'interesse di più Regioni o Province autonome. Possono essere inoltre invitati, a seconda della tematica affrontata, i rappresentanti dei soggetti attuatori e dei rispettivi organismi associativi e i referenti o rappresentanti del partenariato economico e sociale
Viene istituita una Segreteria tecnica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che supporta le attività della Cabina di regia, la cui durata temporanea è superiore a quella del Governo che la istituisce e si protrae fino al completamento del PNRR entro il 31 dicembre 2026.La Cabina di Regia, affiancata dalla Segreteria tecnica, assicura relazioni periodiche al Parlamento e alla Conferenza Unificata, e aggiorna periodicamente il Consiglio dei Ministri.Presso la Presidenza viene anche istituita un'Unità per la razionalizzazione e il miglioramento dell'efficacia della regolazione, con l'obiettivo di superare gli ostacoli normativi, regolamentari e burocratici che possono rallentare l'attuazione del Piano.È istituito, poi, un Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale composto da rappresentanti delle parti sociali, del Governo, delle Regioni, degli Enti locali e dei rispettivi organismi associativi, delle categorie produttive e sociali, del sistema dell'università e della ricerca scientifica e della società civile. Il Tavolo svolge una funzione consultiva nelle materie connesse all'attuazione del PNRR e può segnalare alla Cabina di regia ogni profilo ritenuto rilevante per la realizzazione del PNRR, anche per favorire il superamento di circostanze ostative e agevolare l'efficace e celere attuazione degli interventi.
Monitoraggio e rendicontazione
Il monitoraggio e la rendicontazione del Piano sono affidati al Servizio centrale per il PNRR, istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze (MEF), che rappresenta il punto di contatto nazionale con la Commissione europea per l'attuazione del Piano.Inoltre, presso il MEF è istituito un ufficio dirigenziale presso la Ragioneria dello Stato con funzioni di audit del PNRR e di monitoraggio anticorruzione.Ogni Amministrazione centrale titolare di interventi previsti dal PNRR individua (o costituisce ex novo) una struttura di coordinamento che agisce come punto di contatto con il Servizio centrale per il PNRR.
Realizzazione degli interventi
Alla realizzazione operativa degli interventi previsti dal PNRR provvedono i singoli soggetti attuatori: le Amministrazioni centrali, le Regioni e le Province autonome e gli enti locali, sulla base delle specifiche competenze istituzionali o della diversa titolarità degli interventi definita nel PNRR.

Decisamente caratterizzata da una forte connotazione umoristica è certamente la parte in cui è indicata la creazione di una Unità per il superamento degli ostacoli normativi e burocratici. Sembra quasi che a stabilire le norme, quindi le leggi, non siano il Governo e il Parlamento, ma una qualche entità non ben definita. Al Governo, questa la sostanza, non resta che fare quello per cui gli italiani sono famosi nel mondo: trovare il modo di aggirare le leggi. Non sembra fuori luogo applicare all'attività del Governo l'antico adagio "Fatta la legge, trovato l'inganno".

Fin qui la "semplificazione", che dovrebbe snellire l'attuazione del PNRR,  resta in gran parte ancora un mistero, che però ci viene svelato procedendo nella lettura della nota della presidenza del Consiglio.

A chiarire ogni perplessità interviene subito dopo il capitolo relativo ai poteri sostitutivi.  Che cosa dice in buona sostanza? Che di qualsiasi opera che non venga programmata/iniziata/realizzata nei tempi previsti finirà, in un modo o nell'altro, per occuparsene il Governo.

Quindi, tutto quanto indicato a proposito degli organismi  su cui dovrebbero ricadere le responsabilità di indirizzo, realizzazione , monitoraggio e rendicontazione degli interventi è una specie di mascherata che serve solo a far credere che per la realizzazione delle opere del PNRR vi sia una struttura di garanzia, mentre, alla fine, tutto è rimandato al Governo in carica... qualunque esso sia!

E per chi avesse ancora dei dubbi in merito, può leggersi il successivo paragrafo dedicato alla Valutazione di impatto ambientale (VIA) che dovrà esprimere il proprio parere sulla realizzazione di un'opera entro 130 giorni (e nella nota di Palazzo Chigi non è specificato che cosa debba accadere se il parere sarà negativo... una tale eventualità non sembra prevista).  

E tanto per capire l'aria che tira, a decidere sulla VIA sarà una apposita commissione tecnica di 40 persone, istituita ad hoc. Inoltre è previsto anche l'esercizio di un potere sostitutivo nel caso di inerzia della commissione.

Senza dimenticare che nelle procedure di realizzazione delle opere fino al 31 ottobre, in deroga alle norme in vigore che prevedono un limite del 30 per cento, il subappalto non può superare la quota del 50 per cento dell'importo complessivo del contratto di lavori, servizi o forniture.

Niente paura per le imprese che volessero ottimizzare i costi. Quando si inizierà a fare sul serio, le regole cambieranno. Infatti 

dal 1° novembre 2021, viene rimosso ogni limite quantitativo al subappalto, ma le stazioni appaltanti indicheranno nei documenti di gara le prestazioni o lavorazioni che devono essere eseguite obbligatoriamente a cura dell'aggiudicatario in ragione della loro specificità. Inoltre, le stesse dovranno indicare le opere per le quali è necessario rafforzare il controllo delle attività di cantiere e dei luoghi di lavoro e garantire una più intensa tutela delle condizioni di lavoro e della salute e sicurezza dei lavoratori e prevenire il rischio di infiltrazioni criminali, a meno che i subappaltatori siano iscritti nelle white list o nell'anagrafe antimafia.

Ma non è finita qui, come dimostrano i passaggi successivi della nota del Governo:

Dibattito pubblicoPer assicurare la più ampia condivisione delle opere da realizzare, il decreto legge rafforza lo strumento del “dibattito pubblico” e le attività della Commissione istituita presso il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili per il confronto con la società civile e gli enti territoriali.

Appalto integratoPer gli interventi del PNRR è previsto un unico affidamento per la progettazione e l'esecuzione dell'opera sulla base del progetto di fattibilità tecnico-economica. L'aggiudicazione avverrà sulla base del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, che tiene conto anche degli aspetti qualitativi oltre che economici.

Inserimento al lavoro di donne e giovaniLe aziende, anche di piccole dimensioni (sopra i 15 dipendenti) che partecipano alle gare per le opere del PNRR e del Fondi complementare e che risultino affidatarie dei contratti hanno l'obbligo di presentare un rapporto sulla situazione del personale in riferimento all'inclusione delle donne nelle attività e nei processi aziendali. in caso di violazione dell'obbligo, è prevista l'applicazione di penali e l'impossibilità di partecipare per 12 mesi a ulteriori procedure. Nei bandi di gara saranno riconosciuti punteggi aggiuntivi per le aziende che utilizzano strumenti di conciliazione vita-lavoro, che si impegnino ad assumere donne e giovani sotto i 35 anni, che nell'ultimo triennio abbiano rispettato i principi di parità di genere e adottato misure per promuovere pari opportunità per i giovani e le donne nelle assunzioni, nei livelli retributivi e degli incarichi apicali. Salve motivate ragioni, le stazioni appaltanti includono nel bando l'obbligo del partecipante alla gara di riservare a giovani e donne una quota delle assunzioni necessarie per eseguire il contratto. Tra i criteri per partecipare alle gare vi è anche l'impegno a presentare la rendicontazione non finanziaria sulla sostenibilità sociale e ambientale dei processi produttivi.


Le migliori menti del Paese, in pratica, hanno confezionato un documento dove, con tutta l'ipocrisia del caso, si annuncia che il Governo farà un po' quel che cavolo vuole, eliminando qualsiasi garanzia e tutela... sia per i lavoratori, sia per coloro che dovranno usufruire delle opere realizzate. Naturalmente, a noi è concesso solo di dire grazie.