Salute

Presentato dall'AIFA il Rapporto OsMed 2023 sull'uso dei Farmaci in Italia

AIFA, comunicato stampa  -   Martedì è avvenuta la presentazione del Rapporto OsMed 2023 sull'uso dei Farmaci in Italia. Il Rapporto fornisce degli elementi informativi essenziali alla programmazione sanitaria ai diversi livelli organizzativi del SSN, supportando sia l'identificazione dei bisogni assistenziali in funzione delle fasce di rischio, sia la valutazione delle performance, imprescindibile per le valutazioni di efficacia ed efficienza nell'erogazione dell'assistenza farmaceutica da parte del SSN.

In questa edizione del Rapporto è stato analizzato con un maggior dettaglio l'uso dei farmaci nella popolazione anziana, per l'elevato numero di comorbidità ed il conseguente alto numero di farmaci assunti. Nello specifico è stata valutata la politerapia cronica, ovvero la contemporanea somministrazione di 5 o più farmaci nel tempo, una condizione molto comune negli ultrasessantacinquenni che li espone ad un più alto rischio di reazioni avverse e/o di interazioni farmacologiche.

In considerazione dell'istituzione del tavolo tecnico per la revisione delle Note AIFA e dei Piani Terapeutici attualmente vigenti, è stata, introdotta un'analisi dedicata ai farmaci la cui prescrizione a carico del SSN è soggetta a Nota AIFA, fornendo confronti temporali sulla spesa, i consumi e il costo medio per giornata di terapia, analizzando sia l'erogazione in regime di assistenza convenzionata, sia l'erogazione attraverso il canale della distribuzione diretta e per conto.

È stato, inoltre, valutato l'impatto sui costi medi per giornata di terapia derivante dall'inserimento dei farmaci nella Lista di Trasparenza AIFA, mostrando l'andamento 2019-2023 del costo delle molecole, che sono entrate in lista nell'anno 2021. Visto il recente rilievo riconosciuto all'impatto ambientale dell'uso dei farmaci, anche al fine di sensibilizzare i cittadini sul corretto uso e smaltimento dei medicinali loro prescritti, nel rapporto è presente anche una sezione dedicata all'analisi del potenziale impatto ambientale di una serie di principi attivi ad alto utilizzo, o ad alto rischio di tossicità ambientale. L'obiettivo principale di questa sezione è quello di fornire una panoramica informativa sulla problematica emergente dell'impatto che il consumo dei farmaci ha sull'ambiente.

Di seguito un riassunto di quanto prodotto dall'AIFA.


I dati generali di spesa

Nel 2023 la spesa farmaceutica totale è stata pari a 36,2 miliardi di euro, di cui il 68,7% rimborsato dal SSN. La spesa territoriale pubblica, comprensiva di quella convenzionata e in distribuzione diretta e “per conto”, è stata di 12 miliardi e 998 milioni, con un aumento rispetto all'anno precedente del 3%. La spesa per compartecipazione a carico del cittadino è stata invece pari a 1 miliardo e 481 milioni, circa 25 euro pro-capite, dato in calo dell'1,3% dovuto alla riduzione del 2,5% del differenziale di prezzo rispetto al generico dovuto da chi acquista invece il farmaco “originator”. Aumenta invece dell'1,7% la spesa per i ticket sulla ricetta o la confezione. La spesa per i farmaci acquistati dalle strutture pubbliche è stata pari a 16,2 miliardi di euro e ha registrato una crescita dell'8,4% rispetto al 2022.


I consumi

Nel 2023 in Italia ogni giorno sono state consumate complessivamente 1.899 dosi di medicinali ogni 1000 abitanti, il 69,7% delle quali erogate a carico del SSN e il restante 30,3% acquistate direttamente dal cittadino. Per quanto riguarda l'assistenza territoriale pubblica e privata, sono state erogate confezioni di farmaci per quasi 2 miliardi, con un andamento stabile rispetto all'anno precedente. I farmaci per il sistema cardiovascolare si confermano al primo posto per consumi (513,9 dosi giornaliere per 1000 abitanti) e rappresentano la seconda categoria terapeutica a maggior spesa farmaceutica pubblica per il 2023 (3.557 milioni di euro), con una spesa pro capite SSN pari a 60,43 euro. Al secondo posto si collocano i farmaci dell'apparato gastrointestinale e metabolismo che rappresentano la seconda categoria in termini di consumi (298,6 dosi giornaliere per 1000 abitanti) e i terzi in termini di spesa farmaceutica pubblica (3.321 milioni di euro). La spesa pro capite SSN è stata pari a 56,4 euro, in aumento del +2,2% rispetto all'anno precedente. I farmaci del sangue e organi emopoietici si sono collocati al terzo posto in termini di consumi (144,5 dosi giornaliere per 1000 abitanti) e al quinto in termini di spesa farmaceutica pubblica (2.587 milioni di euro). 

Risale il consumo di antibiotici

La diffusione dei batteri resistenti agli antimicrobici è indicata dall'OMS come una delle grandi emergenze sanitarie che nel 2050 potrebbe provocare oltre 39 milioni di morti nel mondo. Un problema che riguarda da vicino l'Italia, che ha la maggiore resistenza riscontrata in Europa (con 200mila pazienti l'anno colpiti da batteri resistenti), che causa 11mila vittime. Per questo desta preoccupazione la ripresa, a partire dal 2022, del consumo di antibiotici nel nostro Paese, aumentato del 6,4% nel 2023 rispetto all'anno precedente. Lo scorso anno quasi 4 persone su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotico, con livelli più elevati al Sud, dove il 44,8% della popolazione ne ha assunto almeno uno in corso d'anno, contro il 30,9% del Nord e il 39,9% del Sud. Differenze che fanno riflettere anche sull' appropriatezza delle prescrizioni e dei consumi. In lieve costante crescita, oramai da 10 anni, il consumo degli antibatterici a prevalente uso ospedaliero.

L'appropriatezza prescrittiva

Una prescrizione farmacologica può essere considerata appropriata se effettuata all'interno delle indicazioni cliniche per le quali il farmaco si è dimostrato efficace ed autorizzato se vengono rispettate le sue indicazioni d'uso, in termini di dosaggio e durata del trattamento. Il Rapporto OsMed mostra che c'è ancora da lavorare su entrambi i fronti. In termini di appropriatezza prescrittiva e d'uso, informazioni utili vengono dai dati di consumo disaggregati per regione, che mostrano differenze che non trovano giustificazione nei dati epidemiologici, che in più di un caso evidenziano un uso maggiore in aree dove non risulta una più alta incidenza delle patologie per il quale il farmaco è indicato. Partendo dagli antibiotici si osserva che in Italia il consumo medio nel 2023 è stato pari a 17,2 dosi giornaliere per 1000 abitanti, con un consumo che è però di 14,5 dosi a Nord, 20,3 al Sud, 18,2 al Centro. Ancora più marcate le differenze se si vanno ad osservare i dati delle singole Regioni dove si va dalle 11,1 dosi di Bolzano alle 22,4 dosi dell'Abruzzo, alle 21,7 della Campania e le 21,5 della Basilicata.

Aderenza alle terapie difficile per un anziano su tre che assume 10 o più farmaci

La scarsa aderenza del paziente alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche. Nel caso di terapie croniche, inadeguati livelli di aderenza e persistenza al trattamento sono associati a un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, morbilità e mortalità, rappresentando un danno sia per il paziente che per il Servizio Sanitario Nazionale. La popolazione anziana è quella più a rischio per la compresenza di più patologie che richiedono un trattamento farmacologico. Tanto che oramai un anziano su tre (il 28,5%) assume 10 o più farmaci diversi in corso d'anno, mentre il 68% degli over 65 ha ricevuto prescrizioni per almeno 5 medicinali diversi. Inoltre, dal Rapporto emerge che 3 pazienti su 10 assumono almeno 5 medicinali diversi per sei o più mesi l'anno, con un andamento crescente con l'aumentare dell'età, fino a toccare il picco del 44% degli ottantanovenni in politerapia con almeno 5 farmaci. Una condizione che rende più difficile l'aderenza alle terapie anche se, da un'analisi del tavolo AIFA sulla prescrizione di precisione, risulta che dal 2014 al 2022 il 30% dei pazienti in politerapia si è visto deprescrivere almeno un farmaco.


Generici, sale lievemente il consumo ma restiamo terzultimi in Europa

I generici erano il 9% nel 2011, sono saliti al 22,8% in termini di spesa, al 31,2% in termini di consumi. Il trend di crescita negli ultimi 5 anni è tuttavia limitato (3 punti percentuali) e il consumo di generici in Italia resta basso, soprattutto se confrontato a quello di altri Paesi europei. Secondo i dati IQVIA, l'Italia è infatti ancora terz'ultima in Europa, con i medicinali ex-originator che occupano ancora il 44,3% del mercato dei farmaci a brevetto scaduto. La media UE relativa al consumo di generici è invece del 51%, con Paesi come la Gran Bretagna che sono al 60%. L'Italia è invece prima per la diffusione del mercato dei biosimilari con l'80,8% del mercato dei farmaci biologici a brevetto scaduto. Nel ricorso ai farmaci a brevetto scaduto è evidente la profonda eterogeneità regionale, sia in termini di spesa che di consumo. In Calabria, Campania, Sicilia e Basilicata il ricorso agli equivalenti oscilla infatti tra il 19 e il 21%, mentre a Trento e in Lombardia i valori sono rispettivamente del 44 e 43%.

Aumenta la spesa dei farmaci di fascia C

Spinta dall'aumento dei prezzi e dello spostamento delle prescrizioni su quelli più costosi cresce la spesa per i farmaci di fascia C pagati dai cittadini, che nel 2023 hanno speso 7,1 miliardi pari a un +9,8% rispetto al 2022. Il 54% della spesa (3,8 miliardi) è relativo a medicinali con obbligo di ricetta, il restante 46% a prodotti di automedicazione. Le categorie di farmaci di classe C con ricetta maggiormente acquistati dai cittadini nel 2023 si confermano essere le benzodiazepine, i contraccettivi orali e i farmaci per la disfunzione erettile per i quali sono stati spesi 250 milioni di euro. Tra i farmaci di automedicazione, l'ibuprofene, seguito dal diclofenac, rappresenta il primo principio attivo per spesa. Tra i farmaci di fascia A acquistati privatamente dai cittadini, l'amoxicillina in associazione all'acido clavulanico e il colecalciferolo risultano quelli a maggior spesa, con un incremento rispetto all'anno precedente, rispettivamente del 16,9% e 21,5%. Tra i farmaci da automedicazione la categoria più gettonata sono i derivati dell'acido propionico (FANS) con il 12,6% della spesa complessiva con un valore di 416,3 milioni di euro. Per i farmaci di fascia C con ricetta a determinare la crescita della spesa sono stati l'aumento dei prezzi del 6,8% e la prescrizione di medicinali più costosi (effetto mix +2,1%), mentre i consumi restano invariati.



Per scaricare il rapporto:
www.aifa.gov.it/documents/20142/2594020/AIFA_Rapporto%20OsMed_2023.pdf

Autore Vincenzo Petrosino
Categoria Salute
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