Attorno al milione, secondo quanto riferito dalla deputata dem Silvia Roggiani (presidente della Commissione nazionale per il Congresso), i votanti che ieri nei gazebo allestiti in tutta Italia, all'estero e on-line hanno eletto Elly Schlein nuova segretaria del Partito Democratico.

"Una bella giornata di partecipazione per il Partito Democratico. Grazie alle migliaia di militanti che hanno allestito i seggi e al milione di elettori che hanno partecipato per rigenerare il nostro partito. Ho chiamato Elly e lo ho fatto le mie congratulazioni: gli elettori le hanno democraticamente assegnato la vittoria e adesso si apre una nova stagione per il Pd. Per parte mia garantisco l'unità che ho promesso nelle settimane scorse, e sono fiducioso che Elly saprà indicare una direzione altrettanto unitaria per tenere insieme il partito e per renderlo più forte".

Questa la dichiarazione, una volta appresa la sconfitta, di Stefano Bonaccini, l'altro sfidante dem che iscritti e simpatizzanti erano chiamati a scegliere a seguito del voto dei circoli, che al contrario lo avevano preferito come segretario.

Così la nuova segretaria Pd ha commentato il successo ottenuto ieri.

Questo un breve ritratto della Schlein.

Nata a Lugano, a 37 anni è adesso la più giovane segretaria alla guida del partito, togliendo il primato a Matteo Renzi che ne aveva 38 quando vinse le primarie nel 2014.
È di origine ucraina: suo nonno Hershel Schleyen lasciò la città di Žovka (a nord di Leopoli) allora sotto l'impero austro-ungarico per emigrare a New York. Era ebreo come Ethel, di origine lituana, la donna che divnne sua moglie.
L'altro suo nonno, Agostino Viviani, avvocato del Foro di Milano, fu senatore del partito socialista, amico di Marco Pannella e presentò la prima proposta di legge sulla responsabilità civile dei magistrati oltre ad essere anche membro del Csm.
I genitori di Elly Schlein (Melvin Schlein e Maria Paola Viviani) si conobbero a Bologna, dove lei poi andò a vivere 19enne e dove nel 2020 fu eletta alla Regione, diventando  vicepresidente di Bonaccini. 
Alle ultime elezioni politiche è stata candidata alla Camera dei deputati come indipendente nelle liste del Partito Democratico, capolista del collegio plurinominale Emilia Romagna 02. Eletta, si è dimessa dall'incarico in regione ed è adesso componente della 1ª Commissione Affari Costituzionali.

Le congratulazioni di rito non sono mancate, anche dagli altri partiti. Da segnalare quella al veleno (nei confronti dell'ex segretario Letta) di Giuseppe Conte (M5s):

"Auguri di buon lavoro a Elly Schlein. Gli elettori Pd hanno chiesto un cambiamento rispetto a chi ha barattato le misure del Conte 2 su lavoro, ambiente, povertà, sostegno a imprese e ceto medio con la vuota agenda Draghi. Su questi temi noi abbiamo già da tempo progetti chiari".


Adesso, sarà interessante vedere quello che accadrà all'interno del Pd, visto che la vittoria di Schlein fa intendere - almeno in base alle sue  precedenti dichiarazioni - che il Partito Democratico possa finalmente diventare quello che pretende di essere fin dalla sua nascita: un partito di sinistra. Infatti, finora è stato solo una riproposizione della defunta Democrazia Cristiana, con l'unica differenza di avere sullo sfondo non il simbolo dello scudo crociato, ma quello della falce e martello del PCI.

L'ipotesi che la nuova segretaria non possa più rappresentare gli interessi di coloro che sono entrati nel partito arrivando dalla ex Margherita, fa ritenere che il rischio scissione sia dietro l'angolo. Ma il correntismo che riguarda anche coloro che appartenevano a DS e PDS non è da sottovalutare. 

Finora coloro che si sono succeduti alla guida dei dem erano persone che, diciamo così, sanno come  va il mondo... avendo ben presente quali siano gli interessi e gli intrecci del partito con il mondo delle imprese e della finanza. Un aspetto della politica che, al tempo, venne riassunto da Fassino con la frase "abbiamo un banca".

A parole, la Schlein di quella roba lì non sembra volerne sapere... ma coloro che all'interno dei dem di quella roba lì ci sono campati facendo la loro fortuna, grazie ad una rendita garantita di voti ad ogni elezione, come reagiranno?

Pensando a questo, il cosiddetto terzo polo - che di quella roba lì è uno dei principali portabandiera - sta già pensando di poter fare incetta, a partire dalle prossime settimane, di deputati e senatori allargando i propri gruppi di Camera e Senato. Non è un'ipotesi da scartare. Ma c'è però da considerare che un Pd di sinistra potrebbe però riprendersi, anche grazie al fatto di stare all'opposizione, quei voti di color che da tempo non vanno più a votare perché non si sentivano più rappresentati.

In fondo, sono i voti nelle urne quelli che decidono la sorte di un partito e non le diaspore degli eletti che ad ogni legislatura cercano fortuna migrando da un gruppo parlamentare all'altro.

Per ultimo, un Pd realmente di sinistra, potrà essere una minaccia per i 5 stelle di Conte che hanno trovato nuova linfa in un'area di elettorato che adesso la Schlein finirà per contendergli.