Roberto Speranza ha annunciato le nuove linee guida, basate sull'evidenza scientifica, con le quali si consente l'interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico in day hospital, fino alla nona settimana. 

«È un passo avanti importante nel pieno rispetto della 194 che è e resta una legge di civiltà del nostro Paese», ha commentato Speranza.

Pertanto, dopo quanto annunciato da Speranza, per le donne che vorranno ricorrere all'interruzione di gravidanza mediante la pillola Ru486, non sarà più necessario il ricovero. La decisione del ministro della Salute, supportata dal Consiglio superiore di Sanità, è stata "suggerita" dal "caso Umbria", la cui giunta regionale targata Lega aveva vietato l'uso della Ru486 senza ricovero. 

Così il Partito democratico, con una nota di Cecilia D'Elia, portavoce della conferenza nazionale delle donne democratiche, ha commentato la scelta di Speranza.

«Il ministro, di fronte alle polemiche suscitate dalla decisione della giunta leghista umbra di tornare ai tre giorni di ricovero obbligatori per l'aborto farmacologico, ha fatto la cosa giusta. Finalmente, con le nuove linee guida del ministero, questo metodo viene sottratto alla discussione ideologica e riportato alle evidenze scientifiche e dunque al rispetto della salute delle donne e delle loro scelte. Per l'Italia è una grande novità, per cui tanto ci siamo battute, così come siamo sempre state in prima fila per la piena applicazione della legge 194. L'aborto farmacologico, sicuro e meno invasivo di quello chirurgico, nel nostro Paese è praticato solo nel 20% delle interruzioni di gravidanza. Con le nuove linee guida potrà essere possibile anche in regime ambulatoriale e tramite i consultori. Il modo con cui il ministro ha affrontato questa vicenda ci dice che è possibile aprire una fase nuova nell'applicazione della legge, senza preclusioni ideologiche, nel pieno rispetto delle scelte procreative delle donne».