A meno di 24 ore dalla celebrazione della Festa della Liberazione dal nazifascismo, i fascisti hanno fatto parlare di sé. A piazzale Loreto, prima della partita Milan-Lazio di Coppa Italia, gli ultras laziali hanno esposto uno striscione inneggiante a Benito Mussolini; poche ore dopo ne è comparso un altro, stavolta esposto dal gruppo "Azione frontale", sul Grande Raccordo Anulare (si tratta dello striscione nella foto).
I due atti sono una chiara sfida dei fascisti a chi domani celebrerà la fine della terribile dittatura nazifascista e la liberazione del popolo italiano da chi, pur di conservare il potere, lo schiacciò prima e poi lo lasciò in balìa delle crudeltà naziste.
Quello che è accaduto non va affatto minimizzato. Manifestazioni fasciste, rivendicazioni e atti di violenza sono in aumento. Gruppi inneggianti al fascismo, come Casapound, provano a candidarsi alle elezioni e godono di rappresentatività esercitando una certa influenza su partiti come Fratelli d'Italia o la Lega.
Il rigurgito fascista sta investendo non solo l'Italia, ma l'Europa intera (vedi Le Pen in Francia e neonazisti in Germania); sta approfittando della crisi delle sinistre e si sta sviluppando nel malcontento e nelle fasce più povere della società, sfruttando il progressivo aumento dell'ignoranza e della superficialità. L'emergenza c'è e non può essere sottovalutata, sarebbe un errore imperdonabile.
E' auspicabile innanzitutto che siano applicate le leggi contro l'apologia del fascismo, quindi che siano puniti secondo i termini di legge coloro che inneggiano al partito fascista, compresi i cialtroni che hanno appeso gli striscioni di cui ho parlato sopra. La politica dovrebbe poi fare la sua parte, cambiando drasticamente la dialettica e smettendo sia di minimizzare certi episodi, sia di legittimarli; sempre in riferimento agli striscioni, sarebbe auspicabile che il responsabile della sicurezza nazionale, Salvini, prenda le distanze da queste azioni becere e festeggi domani il 25 aprile, dando così un segnale forte di distanza da certi gruppi.
Sarebbe inoltre bene lavorare sull'educazione, far capire innanzitutto che la Liberazione non fu un azione comunista contro i fascisti, ma fu la vittoria degli italiani che lottavano per la libertà (non tutti comunisti, c'erano anche democristiani e monarchici, giusto per citarne un paio) contro gli oppressori. Può sembrare scontato, ma non lo è. Lo striscione sul GRA dice che i fascisti non tradirono, lasciando intendere che lo fecero i partigiani, mentre la storia insegna che i traditori furono proprio i fascisti, i quali tennero il potere con la violenza e scatenarono una guerra fratricida pur di non cederlo, sottomettendo il paese alla Germania nazista. Lavorando bene sull'educazione, si ridurrebbe il fascino e il potere di reclutamento che certi gruppi possono esercitare sulla gente: la memoria è il miglior antidoto al veleno fascista. Politica, forze dell'ordine e magistratura dovranno poi fare il resto.