Anche se il governo federale degli Stati Uniti non ha legalizzato la marijuana, sono ben oltre 30 gli Stati americani ad averlo fatto, comprendendo anche quelli in cui è utilizzata come solo uso medico.

La marijuana è diventata così un business e come tale si sono aperte possibilità di investimento e guadagni in relazione al suo sfruttamento.

La ricerca sul prodotto, anche a causa del suo utilizzo nel settore alimentare che sta aumentando ogni giorno sempre di più, sta interessando sempre più laboratori per migliorarne l'impiego sotto tutti i punti di vista.

Un problema che recentemente sembra essere venuto alla luce, dopo le prime esperienze di utilizzo della marijuana su larga scala, è il fatto che alcuni prodotti alimentari, tra questi il cioccolato, a causa delle loro caratteristiche sembrano in grado di "nascondere" la quantità di THC che le aziende dichiarano nei prodotti venduti.

Di conseguenza, l'ignaro o fortunato consumatore, dipende dai punti di vista, può avere effetti indesiderati prodotti da una dose di THC anche molto superiore rispetto a quella dichiarata.

A tal proposito David Dawson, chimico e ricercatore capo presso i CW Analytical Laboratories di Oakland, ha condotto una ricerca il cui risultato sarà presentato alla prossima riunione dell'American Chemical Society che si svolgerà a San Diego.

Ma non sarà l'unica sull'argomento: altre 20 ricerche tratteranno la marijuana alla luce di altri aspetti, a conferma di quanto possa essere interessante il suo uso, in questo momento, per l'industria e gli investimenti nei settori farmaceutico e in quello dei cibi e delle bevande.