Ieri, in un'intervista fatta a Roma da James Politi per il Financial Times, il presidente dell'Antitrust Pitruzzella lanciava l'allarme su quello che oramai i media stanno facendo passare come il problema dei problemi per la vita pubblica in Italia e non solo in Italia: le notizie false, altrimenti indicate come fakes o fake news.

Che cosa ha detto Pitruzzella? Questo, in inglese, il passaggio più significativo riportato nell'aticolo intitolato Italy antitrust chief urges EU to help beat fake news: «Post-truth in politics is one of the drivers of populism and it is one of the threats to our democracies. We have reached a fork in the road: we have to choose whether to leave the internet like it is, the wild west, or whether it needs rules that appreciate the way communication has changed. I think we need to set those rules and this is the role of the public sector.»

Questo, il testo tradotto in italiano: La post verità in politica è uno dei mezzi di cui si serve il populismo ed è una delle minacce per la nostra democrazia. Siamo arrivati ad un bivio: dobbiamo scegliere se lasciare internet così com'è, il selvaggio west, oppure se ci sia il bisogno di regole che riescano a comprendere che il modo di comunicare è cambiato. Io penso che ci sia bisogno di queste regole e che vengano definite nell'ambito del controllo pubblico.

Piuttosto curiosa l'intervista del FT, sia in relazione all'argomento che in relazione alla persona chiamata ad esprimersi sull'argomento. Perché di un argomento come quello relativo alle notizie si è chiesto al presidente dell'Antitrust quando c'è un altro ente preposto per le comunicazioni, come l'Agcom, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni? Una domanda che rimarrà senza risposta.

Veniamo, però, ad un altra considerazione che merita di essere analizzata. Questa intervista solleva un problema locale, riferibile solo all'ambito del nostro paese, oppure riguarda anche altri paesi? La risposta, in questo caso, è possibile.

L'intervista rilasciata da Pitruzzella riguarda l'Italia, ma rientra in un quadro più ampio, e non solo europeo, per portare l'opinione pubblica a credere che esista realmente un problema relativo alla diffusione di notizie false e che sia ormai ineluttabile operare perché queste vengano contrastate introducendo regolatori e regole che possano intervenire e, persino, sanzionare.

Vi è un articolo pubblicato un paio di giorni fa sul sito TruePublica che lo spiega in dettaglio. Tra gli ultimi provvedimenti approvati da Obama vi è il National Defense Authorization Act (NDAA), ovvero l'autorizzazione per gli USA ad una spesa militare pari a 611 miliardi di dollari per il solo 2017. Ben nascosto tra le pieghe di questa legge, vi è anche un provvedimento denominato Countering Foreign Propaganda and Disinformation Act of 2016.

Che cosa prevede la norma, sponsorizzata dal senatore Rob Portman? Se una fonte d'informazione, compreso un sito web, sarà  accusata di essere un veicolo di disinformazione e propaganda verrà chiusa dal governo. Qualunque riferimento al maccartismo è assolutamente lecito e appropriato. Ma è evidente che la storia, a differenza di quanto Obama sostenga, non è di alcun aiuto per evitare oggi gli errori commessi in passato.

L'Europa non vuole essere da meno e sta operando per seguire gli Stati Uniti sulla stessa strada. Da una parte è stata messa in atto una campagna per convincere l'opinione pubblica del problema, contemporaneamente, si interviene per far approvare leggi che vi pongano rimedio.

Nonostante i problemi economici e politici che continuano a minacciare l'esistenza stessa dell'Unione Europea, il presidente del Parlamento dell'UE, Martin Schulz, ha parlato della necessità e dell'urgenza di combattere il sovvertimento della democrazia in cui si incorre quando "interessi stranieri" creano e fanno circolare notizie fasulle che poi diventano virali. È necessaria una soluzione al problema, a livello europeo.

Nel frattempo, in Germania, SPD e CDU hanno annunciato di voler approvare una legge per fermare la diffusione di notizie false, già entro gennaio 2017.

Euronews, che funge anche come voce istituzionale del Parlamento europeo, ha pubblicato un'inchiesta sul "fenomeno" delle notizie false come uno dei maggiori problemi in Europa, in relazione al fatto che possa influenzare gli esiti del voto in Francia e Germania, mettendo a rischio l'esistenza stessa dell'Unione Europea.

D'altra parte, sostiene sempre Euronews, citando un fact checking del sito web Pagella Politica, in Italia è già accaduto! L'esito del voto del referendum costituzionale che ha portato alle dimissioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi è conseguenza della diffusione di notizie false sull'argomento!

Non bisogna poi dimenticare che sulla vicenda sono già intervenuti i "proprietari" di internet, facebook e Google, che hanno comunicato di aver già provveduto a creare delle strutture che possano intervenire per verificare l'attendibilità e la veridicità delle notizie diffuse tramite i loro canali.

 

A conclusione dell'articolo, che ha tutta l'aria di un "fake" ma che purtroppo fake non è, è possibile anche tirare delle conclusioni che derivano da una conseguenza logica di ciò a cui siamo costretti ad assistere.

La cosiddetta Brexit e l'elezione di Trump hanno messo i potenti di turno, e non è illogico riferire tale espressione unicamente a personaggi del mondo politico, di fronte all'evidenza del fallimento degli strumenti finora utilizzati per "controllare", se non manipolare, l'opinione pubblica in modo che l'esercizio democratico del voto potesse essere indirizzato secondo il loro desiderio e le loro necessità. Per tale motivo, hanno deciso che era necessario intervenire per "controllare" il tipo e la qualità dell'informazione, per evitare che in futuro il voto espresso possa dare risultati inaspettati.

Se si interviene con una legislazione per limitare la libertà d'informazione, perché di questo si tratta, è evidente la necessità che vi sia il supporto di un motivo forte e ben digerito dall'opinione pubblica, specialmente in Europa, perché questo possa essere accettato come evento normale, se non del tutto dovuto.

Inutile porsi delle domande se un'anticipazione o un'indiscrezione possano essere o meno considerate notizie false. Inutile chiedersi in base a quali parametri e soprattutto da parte di quali organi e/o persone deputate ciò possa avvenire.

Razionalità e logica sono più che sufficienti a dimostrare che il problema delle notizie false è una notizia falsa. Ma, oltre a questo, a dover farci preoccupare, seriamente, è come questa notizia falsa sia stata creata e veicolata... in tutta Europa e non solo in Europa. Parlare di una "spectre", che sia Bilderberg o Trilateral o chiunque altro, che abbia coordinato questo evidente tentativo di manipolazione non è complottismo, è la semplice conseguenza di ciò che l'evidenza dei fatti ci dimostra.