Sul litorale di Ostia, nel 2019 si era spiaggiato un capodoglio femmina di oltre 5 metri. A seguito della segnalazione da parte della locale Capitaneria di Porto, del sopralluogo e dell'esame anatomopatologico eseguito dall'IZSLT e grazie alla disponibilità della Tenuta Presidenziale di Castelporziano, l'esemplare era stato trasportato verso l'arenile dell'area naturale per essere interrato il 12 giugno dello stesso anno al fine di consentirne la decomposizione in sicurezza e il successivo recupero dello scheletro, operazione che si è svolta nello scorso febbraio.  

L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana (IZSLT) ha curato tutte le fasi, dallo scavo al restauro delle ossa. La pulizia e lo sbiancamento dell'intero scheletro, la riparazione e la catalogazione per individuare le parti mancanti sono state svolte presso la sezione di Roma dell'IZSLT dal dott. Cristiano Cocumelli (dirigente veterinario IZSLT), Emiliano Di Nolfo (tecnico IZSLT) e dal dott. Valerio Manfrini (consulente biologo per l'IZSLT) che ha curato anche l'allestimento finale dello scheletro. Questa seconda fase, durata tre mesi, ha richiesto 150 ore di lavoro. Le ossa mancanti sono state ricostruite in resina dai tecnici della TUMA Studio SRLS SB di Roma mediante la tecnologia della stampa 3D.

Lo scheletro è adesso visibile a Casa Pelagos, in un percorso immersivo dedicato all'omonimo Santuario dei Cetacei e realizzato nel 2023 all'interno dell'Oasi WWF Laguna di Orbetello, coronamento di un progetto di recupero che rappresenta un'impresa di straordinaria importanza e unica in Italia per la collaborazione fra istituzioni, in primis il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, l'Associazione e un Ente di ricerca. Due le Riserve Naturali Statali coinvolte: la Tenuta Presidenziale di Castelporziano, dove l'animale è rimasto seppellito fino a febbraio scorso per consentire la decomposizione in sicurezza, e l'Oasi WWF Laguna di Orbetello che da oggi lo ospita.

Per l'installazione, lo scheletro - disarticolato ma in sequenza - è stato posizionato su una struttura di legno riempita di sabbia per simulare la porzione di spiaggia sulla quale il capodoglio si era spiaggiato. L'ideazione e la realizzazione dell'installazione sono state curate dal dott. Adriano Argenio (Direttore Oasi WWF Laguna di Orbetello e Lago di Burano) insieme ai collaboratori dell'Oasi, Emanuele Valentini e Andrea Giachetti. La dott.ssa Laura Pintore, esperta cetologa del WWF Italia, ha seguito le fasi dello scavo e curato i testi dei pannelli. Il Prof. Marco Zuffi, esperto di anatomia osteologica e museologia, ha partecipato a tutte le fasi dal recupero all'allestimento.

L'allestimento è completato da pannelli e grafiche a parete sul tema delle minacce alla biodiversità e delle strategie da mettere in atto per la sua tutela: realizzati su una linea grafica appositamente realizzata, caratterizzano e arredano l'ambiente fornendo un livello informativo di base, spunti di approfondimento e curiosità. Gli allestimenti si arricchiranno anno dopo anno per garantire una visita sempre nuova e più dinamica.

Il capodoglio è il più grande predatore del pianeta, i maschi possono raggiungere e superare i 18 m di lunghezza (eccezionalmente 21 metri), e possiede il cervello più grande del Regno animale. Nonostante sia un gigante del mare è tanto maestoso e imponente quanto fragile. Nel Mediterraneo, infatti, è considerata una specie minacciata e in pericolo di estinzione dalla IUCN (EN, endangered).




Fonte e crediti immagine: WWF Italia