Il Napoli crolla in casa contro la Roma, mentre la Juventus vendica lo smacco dell'andata, battendo la Lazio nel freddo dell'Olimpico. Ieri, virtualmente, i campioni d'Italia in carica hanno scavalcato gli azzurri, visto che la truppa bianconera deve recuperare la gara interna con l'Atalanta, e lo ha fatto dando un'ennesima prova di forza.
Perchè non è giusto associare il successo dei bianconeri nella capitale soltanto ad un episodio favorevole, come un gol all'ultimo secondo. E qui veniamo al dunque, alla differenza che intercorre tra un tecnico vincente ma sempre ingiustamente criticato, ed un tecnico emergente, ma troppo prematuramente idolatrato.
Allegri: Viene da tre scudetti e da altrettante coppe nazionali vinte consecutivamente, nonchè da due finali di Champions perse contro Barcellona e Real Madrid, eppure proprio a causa di questi insuccessi europei è costantemente criticato. Eppure ad ogni singola partita dimostra la sua esperienza e bravura. Ieri a mio avviso, è stato l'apice della stagione. Pensate, si presenta a Roma con Higuain, Cuadrado e Bernardeschi infortunati, e lascia in panchina Douglas Costa, che al momento è il suo uomo migliore. Ma la perla che dimostra la forza del gruppo è l'esclusione dai titolari di Chiellini, proprio il giorno in cui affronta il miglior attacco del campionato. A dimostrare che lui allena un' intera rosa, un gruppo, e non una 'squadra'. La squadra è composta da 11 giocatori, una rosa anche da 30 elementi. Non a caso riesci a giocare e vincere allo stesso modo sia schierando in campo Chiellini e Cuadrado, sia che invece vadano in campo Rugani e Sturaro. Valorizzazione e fiducia in tutta la rosa a disposizione, questa è la sinergia vincente, ed è proprio vero che la fortuna aiuta gli audaci, anche all'ultimo secondo di una partita bloccata e destinata al pareggio. Allegri lo è, audace e fortunato, dunque merita la posizione che ha. E non ha avuto Dybala per due mesi, Higuain fermo da quasi un mese, e Cuadrado out probabilmente fino a fine stagione, altrimenti staremmo parlando di un altro campionato già finito.
Sarri: Viene da appena tre stagioni in serie A, dove ha ottenuto una buona salvezza ad Empoli, e due piazzamenti Champions col Napoli. Ha un' ottima conoscenza di calcio e moduli, ma pecca, abbondantemente, di fiducia nel gruppo che allena. Sono ormai due anni e mezzo che gioca con 14 calciatori che sono gli undici titolari più le tre sostituzioni a centrocampo fatte dal 70' minuto in poi. Che il Napoli giochi in maniera esaltante è sotto gli occhi di tutti, è una macchina da calcio e di gol, ma è una maniera molto limitata di vedere le cose. Dietro c'è una cattiva gestione del gruppo ed un malcontento latente che mina lo spogliatoio. Un malcontento che viene accantonato in un angolo finchè arrivano i risultati, ma che esploderà ai primi momenti di flessione. Pensate alla gara di ieri: va sotto 4-1 al 75' e nonostante questo, piuttosto che tirare fuori Mertens o Insigne per farli rifiatare, rinuncia addirittura al terzo cambio. Poi, invece, effettua un turnover esagerato ed inspiegabile in una gara ad eliminazione diretta, in coppa Italia con l'Atalanta, ed ancor più grave in Europa League dove rimedia una figuraccia con il Lipsia, salvo poi cercare l'impresa in Germania coi titolarissimi col solo risultato di affaticarli ancor di più, essendosi sfiniti alla ricerca affannosa di una rimonta solo sfiorata. Ed anche lui può ritenersi fortunato in fondo, perchè i suoi 14 li ha avuti sempre a disposizione. Ci pensate se avesse dovuto rinunciare per qualche mese a Mertens o Insigne?