Per quel che vale, oggi il sindaco Nardella ha commemorato con un minuto di silenzio, davanti a Palazzo Vecchio, le vittime del crollo nel cantiere per la costruzione a Firenze di un nuovo supermercato Esselunga.
Per quel che vale... perché la cerimonia non riporterà in vita le vittime e, soprattutto, non spiegherà i motivi di quel che è accaduto. Tecnicamente, il crollo può esser stato causato da un errore di progettazione, o da una mancata o errata analisi dello stato del terreno su cui si costruiva l'opera, o dalla scarsa qualità dei materiali, o dall'imperizia con cui l'opera è stata realizzata... oppure da un mix delle cause appena elencate.
Ma la responsabilità certa e già accertata è, comunque, quella politica, da addossare principalmente al governo in carica.
Ieri sera, in una intervista tv, il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, diceva che quella che possiamo etichettare come liberalizzazione del subappalto, approvata dal governo Meloni, non poteva avere un ruolo in quanto accaduto.
Nel cantiere della strage di Firenze, sono impegnate oltre 30 aziende in subappalto... in questo momento. Dall'inizio dei lavori, invece, le aziende erano 61. Immaginate voi gli inquirenti che dovranno capire le responsabilità del disastro come potranno riuscire a ricostruire la vicenda sulla base di chi ha fatto cosa e con quali materiali e se aveva le competenze richieste per operare sul cantiere.
E per Tajani, il problema non è il subappalto che, per come lo ha voluto Salvini, è di fatto una deresponsabilizzazione in essere nella costruzione di un'opera! E con questo sistema vuole costruire un ponte che, sulla base di molti tecnici, è di per sé una scommessa farlo stare in piedi in condizioni normali.
E che dire della ministra Calderone che, a pochi giorni dal suo insediamento al ministero del Lavoro, sosteneva che la sicurezza sarebbe stata una priorità... per poi appoggiare l'approvazione di nuove regole, come quelle sugli appalti, che abbassano ulteriormente le tutele.
E che dire poi della giustizia. In poco più di un anno il governo ha imposto nuovi reati e aggravi di pena su tutto, in base al fatto di cronaca del giorno le cui conseguenze, ad arte, sono state gonfiate come danno incalcolabile alla comunità. Le morti sul lavoro, invece, sono considerate da Meloni e dai suoi ministri come un atto dovuto. Quindi, mentre chi appiccica un pezzo di carta sul vetro di un quadro rischia il carcere, invece chi è responsabile della morte di cinque persone, tra qualche tempo potrebbe diventare un nuovo cavaliere del lavoro... a meno che non lo sia già.
E questo è normale?