Rampelli, Donzelli, Fazzolari, Crosetto, La Russa, Santanché, Rauti, Lollobrigida, Cirielli, Ciriani, Mele, Roscani, Fitto, Urso, Gardini...

Questi nomi - quasi sicuramente - li ritroveremo tra quelli dei ministri, viceministri e sottosegretari del prossimo governo... un parterre de rois, come si può vedere a prima vista, che si dovrà occupare di trovare soluzioni a problematiche che la Repubblica non ha mai dovuto affrontare.

E a guidarli ci sarà Giorgia Meloni, la prima donna premier che ha costruito la propria esperienza della macchina amministrativa dello Stato dall'interno dell'Aula di Montecitorio. Per carità, niente di così dissimile dalla maggior parte di coloro che l'hanno preceduta, anche se però quelli non dovevano confrontarsi con le conseguenze di una guerra che coinvolge l'Europa e l'Italia.

Sarà un bel rebus che una Meloni tra Sophie Marceau ed Enrico Letta dice di voler affrontare rappresentando e difendendo gli interessi e i diritti di tutti i cittadini, perché quello quello attuale "non è il tempo di polemiche strumentali o di divisioni, ma quello della responsabilità".  

Ma che cosa farà la Meloni? Fermerà la speculazione sul gas perché "continuare all’infinito a compensare il costo delle bollette regalando soldi a chi si sta arricchendo sulle spalle di cittadini e imprese, sarebbe un errore".

Ha ragione. E fa bene a ripeterlo ormai da settimane. Però, visto che adesso le elezioni le ha vinte, dovrebbe anche farci sapere come pensa di mettere in atto questa sua decisione.

Nessuno lo ha capito... perché lei non lo ha detto.

Glielo ha chiesto anche uno sempre pronto a dare lezioni agli altri, nonostante nessuno sappia quali siano i successi da lui ottenuti in carriera tali da fargli conquistare tale diritto, come Giorgio Calenda:

"Giorgia Meloni deve dire rapidamente cosa ha intenzione di fare. Per ora non sta dicendo nulla, salvo che è diventata draghiana. Non sappiamo né come intende affrontare le mirabolanti promesse elettorali che ha fatto, né come vuole affrontare il problema della tenuta dei conti pubblici con lo scostamento di bilancio necessario per tamponare il costo delle bollette".

Anche in questo caso le osservazioni non sono del tutto illogiche. 

E che somma dovremmo tirare da queste banali considerazioni? Che tutti sono assolutamente d'accordo sull'importanza della necessità di fare qualcosa nel più breve tempo possibile. Che cosa, però, nessuno è in grado di dirlo. E forse non lo sarebbe stato neppure il tanto osannato Draghi che, a pensarci bene, è molto probabile che si sia dato alla fuga in anticipo per evitare di esser chiamato a dare soluzioni a problemi anche per lui irrisolvibili.