Contestualmente al ricorrere della Giornata mondiale del rifugiato 2020, riprendendo un idea di qualche anno fa', consapevole della perfettibilità dell’idea, preso atto del fatto che l’Italia, sin qui non è riuscita rendere il problema migratorio un problema europeo e continuiamo, malamente, a sbrigarcela da soli.
Essendo il fenomeno migratorio non certo provvisorio ma destinato a durare nel tempo, il nostro intento deve essere quello, anche mettendo da parte quella che sarebbe la nostra personale maggiore o minore inclinazione a farci carico del problema, di coniugare, nel miglior modo possibile l’accoglienza che, entro certi limiti, già stiamo praticando, con la valorizzazione dei nostri territori, provando a collegarci una visione di più ampio respiro.
Ragionando in questi termini, il villaggio prefabbricato di San Giuliano di Puglia, utilissimo nella gestione post terremoto del 2002 ma successivamente abbandonato al proprio destino, da ennesimo spreco all'italiana, potrebbe andare a costituire una risorsa di inestimabile valore e capace, una volta tanto, di fare la differenza a nostro vantaggio.
Si potrebbe pensare di candidare e destinare, quella struttura, campus ideale, muovendoci ovviamente di concerto con le istituzioni centrali che spesso ho sentito definirla come un patrimonio da non disperdere, passando dalle astratte parole ai fatti concreti, a Sede europea formativa per la cooperazione internazionale, in modo da vincolarne le istituzioni ad una presenza non solo finanziaria ma anche gestionale.
Valendosi anche dello straordinario contributo che a quel punto potrebbe essere fornito dalle persone di varia origine già ospitate presso le strutture Siproimi presenti sul territorio, come ad esempio la " Casa D'Amico" di Santa Croce di Magliano, comprendendone a fondo le le necessità, quello diventerebbe il luogo ideale da quale far partire, formando in loco le necessarie professionalità, idee e progetti volti a migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei territori di origine andando a colmarne quella che sin qui è stata la principale lacuna dei modelli di accoglienza sin qui applicati nonché causa primaria di tale esodo biblico, rispetto al quale, forse per la prima volta, in modo sensato, si cercherebbe di porre un freno, aprendo un alternativa.
In quel caso potremmo dire di aver fatto vera accoglienza valorizzando nel modo giusto il territorio.
Antonio Martino
Santa Croce di Magliano - Campobasso