La poliedricità è una gran virtu'. Ma in ambito musicale è piuttosto difficile farsi largo. Diamo spazio allora a chi, a poco piu' di trent'anni, sta riuscendo a realizzarsi come musicista, insegnante e produttore musicale. Facciamo dieci domande a Valerio Ciccarelli allora, il nuovo produttore artistico del secondo atteso EP del cantautore romano Simone Barotti.


1) Come nasce l’idea del progetto con Simone Barotti?
Conosco Simone da due o tre anni. Allora fui contattato insieme ad altri musicisti per preparare le date della promozione del suo primo EP. Dopo questi eventi ci siamo un po' persi di vista fino a ottobre scorso, quando mi ha chiamato spiegandomi che aveva intenzione di avventurarsi in un nuovo progetto e che avrebbe avuto piacere che ne curassi la produzione. Detto fatto.


2) Su youtube ci sono un paio di video che la vedono già sul palco con Barotti. Uno di questi riguarda l’apertura di un concerto della cantante Tosca. Che esperienza è stata?
Un'esperienza davvero bella, direi: abbiamo avuto l'onore di aprire la serata in un'intima atmosfera piano e voce e ricevere i complimenti da questa grande artista che ha regalato a noi e alle persone presenti un concerto magico in un contesto altrettanto magico.


3) Il primo EP di Simone Barotti è stato piuttosto fortunato. Sente la tensione di affrontare questa seconda prova dato che è lei che si sta occupando della produzione artistica?
No, sto lavorando serenamente senza alcun tipo di tensione. Tra me e Simone c'è dialogo e libero scambio di opinioni. Per me l'obiettivo principale è riuscire a organizzare bene gli arrangiamenti e le questioni tecniche che rientrano nella realizzazione di questo progetto, quindi riuscire a soddisfare le aspettative di Simone.


4) Lei fa parte del duo “Duollier” insieme a Cristina D’Arcangelo. Suppongo che il genere di brani del prossimo Ep di Barotti non siano propriamente Jazz. Riesce con disinvoltura a spaziare tra i vari generi musicali o ne ha uno che predilige?
Non ho un genere che preferisco. Faccio quello che mi piace. Con Cristina ormai è da qualche tempo che portiamo avanti il progetto Duollier, con cui abbiamo suonato in diverse occasioni, sempre di ottimo livello. Il fatto di poter lavorare con tanti stili diversi mi permette di non annoiarmi mai e di avere sempre lo stimolo giusto per portare avanti un lavoro nella maniera che ritengo più consona secondo i miei gusti. Se sono soddisfatto di ciò che sto facendo sicuramente uscirà un buon lavoro.


5) Lei ha suonato tra gli altri con Alexia e Paolo Vallesi. Se dovesse indicarci un artista con il quale vorrebbe esibirsi chi sceglierebbe? A dire il vero non saprei fare un nome nello specifico, mi piace lavorare con artisti diversi e cercare di comprenderne di volta in volta i diversi punti di vista. Che genere di “Artista” è Barotti? Come lo definirebbe?
Non mi piace etichettare o assegnare una definizione di genere. Diciamo che Simone va per la sua strada in maniera indipendente cercando di comporre e interpretare ciò che gli piace. Il mio contributo tenterà solo di arricchire questa sua libertà espressiva.


6) Lei ha frequentato la “Saint Louis College of Music” Di Roma ed ha vinto una borsa di studio per il CET. Cosa le hanno lasciato questi percorsi?
Nel 2006 vinsi una borsa di studio della durata di una settimana per il CET di Mogol. In questo periodo, insieme ad altri ragazzi, seguivo le lezioni degli insegnanti dei corsi, autori e musicisti di fama nazionale. Ricordo il CET come una bellissima esperienza, motivante e formativa. L'anno successivo mi iscrissi al Saint Louis College of Music di Roma dove ho conseguito la laurea in Pianoforte Jazz attraverso un percorso della durata di diversi anni in cui ho appreso le conoscenze necessarie per affrontare il lavoro sul campo e dove ho conosciuto tanti bravi docenti da cui ho ereditato la passione per l'insegnamento.


7) Lei è anche un insegnante. Che differenza c’è tra il vivere la musica con dei ragazzi che devono imparare e il viverla con degli artisti per i quali deve occuparsi della produzione? Cosa ritiene piu’ stimolante?
Entrambi gli aspetti sono stimolanti. Insegnare mi permette di avere un confronto diretto con i ragazzi, approfondire per loro concetti e sviluppare in me l'amore per la didattica, che sento profondamente e che mi inorgoglisce quando ho la fortuna di osservare una crescita musicale completa e tangibile da parte degli allievi più interessati. Per quanto riguarda il mestiere, direi che come tutti i lavori artistici anche con la musica è necessario confrontarsi con se stessi e con la propria coscienza artistica. Potrei quindi affermare che la differenza tra lavorare e insegnare non risiede tanto nell'oggetto, che resta tutto sommato invariato, quanto nel diverso atteggiamento in cui ci si pone avendo a che fare con la sensibilità di un allievo piuttosto che con la propria.


8) Possiamo definire il genere musicale del nuovo EP di Barotti?
In effetti non possiamo ancora definire il genere musicale di questo progetto: sono in una fase in cui cerco di realizzare e valorizzare le idee di Simone. Di buono c'è che siamo allineati sull'idea di fondo e questo è molto importante perché mi permette di essere tranquillo nella lavorazione.


9) Avete in programma un tour promozionale del disco? Lei è un pianista quindi suppongo che sara’ tra i musicisti senza dubbio…
Credo che Simone abbia già le idee chiare sulla promozione del progetto. Mi ha accennato che avrebbe avuto piacere che ne prendessi parte. Per adesso cerco di concentrarmi solo sulla produzione del disco.


10) E' la sua prima produzione questa?
No, nel 2016 ho avuto l'opportunità di produrre "Wish You Were Here", per i Roma Gospel Voices. Si tratta del primo disco del noto coro romano in cui, insieme al direttore e fondatore Nico Bucci, ci siamo divertiti a creare qualcosa che non si era mai ascoltato prima: i grandi successi radiofonici del passato riarrangiati per più di quaranta voci. È stato un lavoro molto impegnativo ma, come tutti i progetti che richiedono impegno, il risultato è per me grande motivo di soddisfazione personale e professionale.


G.R