Mentre la Festa del 1 maggio organizzata dai sindacati prosegue con il tradizionale "concertone" di San Giovanni a Roma, presentato da Ambra Angiolini e Lodo Guenzi, si è conclusa a fine mattinata la manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil, che quest'anno si è celebrata a Bologna, dove i segratari Barbagallo, Furlan e Landini, dopo il corteo partito alle 10 da piazza XX Settembre che ha attraversato le vie del centro, hanno parlato dal palco allestito in piazza Maggiore.
Comuni a tutti e tre gli interventi, e non poteva essere altrimenti considerando anche la giornata, i temi legati al lavoro e alle politiche economiche e sociali dell'attuale Governo, incalzato non tanto sulle scelte finora fatte, quanto sulle modalità di attuazione di tali scelte, come ha ricordato Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil: "Noi non siamo contro [quota 110 e reddito di cittadinanza], vorremmo correggerne gli errori... [perché è necessario] separare la previdenza dall'assistenza in questo Paese".
La segretaria della Cisl, Anna Maria Furlan, ha poi parlato di un "Paese bloccato" e della necessità di una svolta facendo leva sugli investimenti e sbloccando le infrastrutture, "cambiando la linea economica che ha caratterizzato prima la finanziaria e poi il Def... ci sono tanti miliardi, un mare di soldi già stanziati da sbloccare per creare finalmente 400 mila posti di lavoro immediati".
Temi ripresi nel suo intervento, insieme a sicurezza e qualità del lavoro, anche dal neo segretario della Cgil, Maurizio Landini, che però ha ritenuto necessario lanciare un altro allarme non meno importante, quello sul pericolo del ritorno al fascismo.
#PrimoMaggio a #Bologna
— CGIL Emilia Romagna (@ERCGIL) May 1, 2019
Comizio finale del Segretario generale della @cgilnazionale
Un passaggio niente male dedicato al Ministro dell'interno @matteosalvinimi
Gli saranno fischiate le orecchie... pic.twitter.com/QGE7380T3G
"Nella nostra storia, per un periodo, la festa dei lavoratori fu abolita", ha ricordato Landini. "Accadde quando il fascismo andò al potere, insieme allo scioglimento dei sindacati.
Per liberarsi dai fascisti c'è voluta la Resistenza e il 25 aprile.
Il fascismo non è un'idea ma un crimine, ricordiamolo sempre: ha portato le leggi razziali, la guerra, il taglio dei diritti... Se [Salvini] vuole rispettare la Costituzione su cui ha giurato non deve chiudere i porti, ma le sedi di CasaPound e le associazioni che fanno apologia del fascismo".
Un promemoria quanto mai importante e dovuto, visto che il Governo del cambiamento, tra autoreferenzialità e colpevole ignoranza, vuole anche cancellare il ruolo di rappresentanza dei sindacati, ultimo ostacolo rimasto a contrastare la propaganda di Lega e 5 Stelle che cercano di far credere agli italiani che solo quei due movimenti siano gli unici titolati a rappresentare i loro interessi, anche nella tutela dei diritti relativi al lavoro.