Mercoledì pomeriggio, Mario Draghi ha incontrato a Palazzo Chigi il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'Energia atomica, Rafael Grossi, da cui è stato aggiornato sulla recente missione dell'AIEA presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia, oltre che sullo stato del negoziato sul nucleare iraniano e sulla crisi energetica determinata dal conflitto russo-ucraino.
Approfittando della sua presenza a Roma, Repubblica ha intervistato Grossi. Questo è quanto il capo dell'AIEA ha detto al quotidiano della GEDI sulla situazione alla centrale di Zaporizhzhia:
"È stato un lavoro di conferma, di valutazione più esatta e precisa dei danni, che riguardano davvero molti settori dell'impianto. Non i reattori, che sono ben protetti dai sarcofagi in cemento armato, ma per esempio i magazzini del combustibile nucleare esausto. ...Quello che ho visto mi ha confermato che occorre proteggere subito la centrale, nel modo più efficiente possibile" con una "santuarizzazione, una protezione della centrale di Zaporizhzhia sul modello perimetrale, limitato dunque al solo impianto" e "penso che ci incontreremo per studiare il piano nel giro di dieci giorni o al massimo due settimane. ...Il viaggio per arrivare a Zaporizhzhia è durato quattro mesi, non due giorni, perché era da aprile che chiedevamo di poterla visitare. La settimana scorsa finalmente abbiamo potuto fare i controlli che erano saltati con la guerra. Ma abbiamo anche potuto valutare la situazione sul piano della sicurezza: sono andati perduti molti sistemi di comunicazione e ci sono molti danni dovuti agli attacchi e ai bombardamenti quasi sistematici all'impianto. Infine, abbiamo colto l'occasione di creare una missione permanente, importante non solo per la valutazione dei danni ma anche per dissuadere i contendenti da eventuali nuovi attacchi: ora tutti sanno che a Zaporizhzhia ci sono due membri dello staff AIEA".