A fine Marzo i Paesi dell'Europa sud-occidentale e dell'est continuano ad essere i più colpiti dalla siccità che ormai dura da quasi 2 anni. Una siccità che, secondo le definizioni internazionali legate a durata e tipologia degli impatti, può essere indicata come idrologica e socio-economica.In Italia i grandi laghi nella prima decade di Aprile sono fermi fra il 23% del Lago di Como al 44% circa dei laghi Maggiore e Idro, con il Garda che continua ad essere quello con i valori più prossimi ai minimi storici del periodo.La portata del Po è inferiore alla media praticamente lungo tutta l'asta con livelli da severo a estremi (vedi grafico dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Po) ed a Pontelagoscuro si sono superati i valori sotto i quali il fiume ha difficoltà a respingere l'ingresso del mare. Anche molti degli affluenti del Po ed il Piave chiudono il mese con valori di portata negativi rispetto alle medie.Per quanto riguarda la neve, al 23 Marzo i valori dell'indice di equivalente idrico nivale relativi al bacino del Po erano appena superiori a quelli della scorsa stagione 2021-2022 (dati CIMA Foundation), ma comunque ben al di sotto del 50% della media.In Piemonte, la regione più colpita da questa siccità, i livelli delle falde superficiali monitorate da ARPA sono in una situazione di criticità quasi tutte da almeno un anno.Infine, i valori di energia idroelettrica stoccata dalle centrali del nord continuano ad essere fra i più bassi dal 2016, anche se nelle settimane di Marzo si è avuta una leggera flessione verso l'alto rispetto ai corrispondenti valori del 2022 (dati ENTSO-E).   Previsioni per i prossimi mesi: Per quanto riguarda le temperature del trimestre Maggio-Luglio, quasi tutti i centri meteorologici europei sono concordi nell'indicare, con una probabilità fra il 50 e il 60%, valori sopra la media su tutta Europa. Al Nord Italia tale percentuale sale fino al 70%. Per quanto riguarda le piogge, il segnale indica valori che dovrebbero essere nella norma, considerando, però, che l'ultimo mese per avere precipitazioni quantitativamente "utili" è Maggio.  

Questo è il contenuto del bollettino di marzo 2023 diffuso dall'Itituto per la BioEconomia, Dipartimento di Scienze Bio Agroalimentari, del CNR.

Dello scorso  20 aprile, invece, è l'ultimo aggiornamento diffuso dall'Autorità di bacino distrettuale del Po:

Nonostante nelle ultime ore l’ondata di maltempo, che ha attraversato il paese da nord a sud, sia stata caratterizzata da diffusi rovesci nell’area padana e precipitazioni nevose sull’arco alpino, lo scenario nell’area distrettuale del fiume Po non cambia le sue caratteristiche e conferma il prolungato stato di siccità nell’intero bacino.Se la scorsa settimana, in occasione della seduta presso l’Autorità Distrettuale del Fiume Po, l’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici aveva proiettato valori di portata, nelle stazioni monitorate, di siccità severa o estrema, a distanza di soli sette giorni dall’incontro tra istituzioni e portatori di interesse tutte le stazioni sono in condizione di siccità estrema: infatti, dopo un timido innalzamento nei giorni immediatamente successivi la riunione dell’Osservatorio di Parma, le portate del Po sono risultate ora in discesa costante e anche i Grandi Laghi regolati non hanno subito variazioni significative; tra questi si evidenzia lo stato attuale di riempimento del Lago di Garda, la cui quota di riempimento è al 37,1% e che, a differenza degli ultimi anni, anche quelli più siccitosi, ora risulta in prossimità dei minimi storici dal 1953. Gli altri: Lago Maggiore al 43,8%; Lago di Como al 23,5%; Lago d’Iseo 34,3%; Lago d’Idro al 47,5%.Nel dettaglio degli aggiornamenti si può osservare come, nell’ultimo mese, tutte le sezioni principali del fiume Po registrino valori di portata inferiori a quelli osservati lo scorso anno nel medesimo periodo (cioè: metà aprile 2022), con condizioni idrologiche di “siccità estrema” e valori di portata media giornaliera che risultano inferiori ai valori di portata caratteristica di magra in particolare nelle sezioni di Piacenza (185 mc/s), Cremona (260 mc/s) e Pontelagoscuro (380 mc/s): quadro idrologico sul quale pesano le rilevazioni dei modelli previsionali che, al momento, non indicano variazioni significative per i prossimi giorni.Infine l’accumulo complessivo della neve sulle aree montane del Distretto nella prima parte del mese di aprile risulta essere, sulla base dei dati disponibili, in linea con i quantitativi stimati nei mesi precedenti e maggiormente consistente nel territorio valdostano.

In sostanza, la situazione drammatica che lo scorso anno si era registrata in piena estate, nel 2023 si sta registrando con tre mesi di anticipo.

L'ultima conferma arriva dall'osservatorio Anbi, secondo il quale il fiume Po ha raggiunto il livello più basso mai registrato in aprile, con una portata inferiore di oltre 100 metri cubi al secondo rispetto al minimo storico, mentre il lago di Garda è sceso al punto più basso dal 1953, con il bacino al 25% della sua capacità idrica.

La causa principale, oltre alla scarsità di precipitazioni invernali, l'insufficiente accumulo di neve sulle Alpi.

La conseguenza di questa crisi ha ripercussioni negative sull'irrigazione, sul funzionamento delle centrali idroelettriche e sulla biodiversità dei corsi d'acqua. Ma non è solo il nord in difficoltà. In alcune regioni del centro Italia, come il Lazio e l'Umbria, si prevede il razionamento dell'acqua potabile per 3,5 milioni di persone. La Coldiretti ha lanciato un allarme per il 2023, sottolineando come la siccità metta a rischio le semine e le coltivazioni.

Per affrontare questa emergenza, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto che istituisce una cabina di regia e un commissario straordinario per il monitoraggio e la gestione della situazione idrica su tutto il territorio nazionale, ma è difficile che gli interventi, nel caso siano pure intelligenti e utili, possano avere un'efficacia immediata nel breve periodo, cioè entro la prossima estate.


Crediti immagine: twitter.com/sole24ore/status/1650770846082891776 -  Isola di Sirmione in secca e argini in vista: il Lago di Garda, il più grande lago italiano, ha raggiunto il suo livello più basso dal 1953.