Cgia: se la manovra del popolo non cambierà, nel 2019 alle imprese costerà 6,2 miliardi di euro
La manovra del Governo gialloverde sembra aver dimenticato il sistema delle imprese. Nel caso andasse in porto così come è stata annunciata, secondo un rapporto pubblicato dalla Cgia di Mestre, a farne le spese sarebbero proprio le imprese italiane che nel 2019 subirebbero un aggravio del gettito fiscale di di 6,2 miliardi di euro.
I quasi 2 miliardi di euro a banche ed assicurazioni erano annunciati e preventivati, anche se molti temono che questo possa portare ad un aggravio di costi per gli utenti sui servizi offerti. Quello che però la Cgia svela sono soprattutto i 4,5 miliardi che invece dovranno essere pagati dalle imprese non finanziarie.
Dall'analisi dei singoli articoli fatta dalla Cgia, la misura più negativa che impatterà sulle imprese nel 2019 è l'abrogazione dell'Iri e l'applicazione di una nuova imposta, che sarebbe dovuta entrare in vigore l'anno prossimo e la cui mancata introduzione non consentirà alle piccole imprese, in contabilità ordinaria, di ridurre il carico fiscale per un importo di quasi 2 miliardi di euro (art. 82).
Le grandi aziende, invece, subiranno un aggravio di gettito in conseguenza del differimento sia della deducibilità delle quote di ammortamento relative al valore dell'avviamento (art. 87), sia della deducibilità delle riduzioni del valore dei crediti e altre attività finanziarie (art. 85). Il costo della prima misura sarà di 1,3 miliardi di euro, della seconda quasi 1,2 miliardi.
Il Segretario della CGIA Renato Mason ricorda anche che «con la legge di Bilancio attualmente in discussione alla Camera è stata introdotta la flat tax a favore dei lavoratori autonomi con ricavi inferiori a 65 mila euro all'anno. Nonostante ciò, nel 2019 l'alleggerimento fiscale sarà di soli 331 milioni di euro. Un piccolo passo nella giusta direzione che, comunque, rimane ancora del tutto insufficiente, anche se a regime il risparmio di imposta sarà di 1,3 miliardi di euro. »
Questo il commento del coordinatore dell'Ufficio studi, Paolo Zabeo: «Il malumore che serpeggia tra il mondo delle imprese trova una parte di giustificazione nei risultati che emergono da questa ricerca.
In campagna elettorale, in particolar modo al Nord, oltre al tema della sicurezza e allo smantellamento della legge Fornero, Lega e 5 Stelle hanno riscosso un forte consenso tra gli elettori perché si erano impegnati a tagliare pesantemente le tasse.
Se con questa manovra e col decreto sicurezza una buona parte di questi impegni è stata mantenuta, sul fronte della riduzione delle imposte, invece, le aspettative, in particolar modo dei piccoli e medi imprenditori, sono state clamorosamente disattese.»
Un vero e proprio autogol per la Lega e per il suo elettorato del nord est.