Esteri

La France insoumise in piazza contro il "colpo di Stato democratico" di Macron

La France insoumise (LFI) di Jean-Luc Mélenchon, sabato, ha organizzato decine di manifestazioni in tutta la Francia per protestare contro quello che definisce il "colpo di Stato democratico" di Macron.

La manifestazione più importante si è tenuta a Parigi con un corteo che è partito da Place de la Bastille. 160mila i partecipanti nella capitale francese e 300mila in totale considerando le altre manifestazioni in tutta la Francia... secondo gli organizzatori, mentre secondo il ministero dell'Interno sarebbero meno di 30mila i manifestanti a Parigi e 110mila quelli complessivi. Tutto il mondo è Paese!

A parte questo, quella odierna è la prima manifestazione contro il nuovo primo ministro nominato da Macron, il gollista Michel Barnier che, bontà sua, dovrà trovare una maggioranza che, conti alla mano, deve appoggiarsi sui voti o sull'astensionismo dei neofascisti locali il Rassemblement National di Le Pen e Bardella, che hanno perso le elezioni!

Macron aveva a disposizione due possibilità. La più ragionevole, dal punto di vista democratico e numerico era quella di un governo sostenuto dal Nuovo Fronte Popolare, che ha vinto le elezioni. La seconda, da lui scelta, è quella di un governo di stampo presidenziale che può sopravvivere solo grazie ad un accordo - tacito o meno - con i neofascisti.

Barnier sembrerebbe voler assegnare nel suo governo anche dei ministeri alla sinistra... per tentare di avere i voti, oltre che dei macroniani e dei repubblicani, anche dei socialisti. Dal punto di vista logico, in tal modo avrebbe un governo con qualche chance di poter tirare a campare un po' più a lungo... ma se i socialisti accettassero sarebbe l'ennesimo suicidio politico di un partito che alle ultime elezioni ha dato qualche segnale di risveglio. Al momento, l'ipotesi parrebbe assurda.

C'è poi un fatto che il "genio" Macron non sembra aver tenuto in considerazione: qualunque governo Barnier dovesse far nascere verrebbe indicato dai neofascisti come proprio, il cui avvio da loro sarebbe stato magnanimamente concesso e che loro potranno decidere in qualunque momento di farlo cadere o meno. In pratica, nonostante RN non abbia vinto le elezioni, con un governo Barnier è come se le avesse vinte.

Non solo! Adesso i neofascisti, in base alla convenienza, potranno dire di essere loro i registi dell'esecutivo nel caso il governo dovesse ottenere un qualche successo, e allo stesso tempo saranno loro i primi a smarcarsi e a votarne la sfiducia nel caso i sondaggi non dovessero esser loro favorevoli in base alle decisioni prese all'Holtel Matignon.

Grazie a Macron, il RN è in una situazione in cui potrà decidere di presentarsi agli elettori o come partito di maggioranza o come partito di opposizione... scegliendo quale potrà essere la soluzione che porterà più voti.

In pratica, con il governo Barnier, Macron sta stendendo un tappeto rosso ai neofascisti francesi, aprendogli la strada per l'Eliseo e per l'Assemblea Nazionale. Vengono i brividi al solo pensiero di cosa Macron sarebbe stato capace di inventarsi se, invece di essere così enormemente intelligente, fosse stato invece un povero cretino!

Autore Antonio Gui
Categoria Esteri
ha ricevuto 356 voti
Commenta Inserisci Notizia