Politica

Zanchini - Mieli: mai chiedere ad un ebreo se sia ebreo!

Non chiedere mai a un ebreo se sia ebreo... perché? Boh!

A me è capitato anni fa. Ad una persona che conoscevo per ragioni di lavoro dovendo fare un tragitto insieme, tanto per fare conversazione e parlare del più e del meno, visto che il suo cognome corrispondeva al nome di una città chiesi se per caso fosse ebreo. La stessa cosa avrei chiesto ad uno che di cognome avesse fatto Salhut, ovviamente sostituendo ebreo con musulmano. Mi sarei fatto spiegare se fosse osservante o meno, se si dovesse considerare l'essere ebreo come appartenente ad una religione o ad un popolo, nel caso quali fossero le differenze, come l'essere ebreo  potesse o meno influenzare il punto di vista, ed altro ancora. 

Visto che essere ebrei in un Paese a maggioranza cattolica significa essere minoranza, dalla domande che avrei voluto porre avrei avuto delle risposte che mi avrebbero fatto conoscere il punto di vista di altri che "forse" avrebbero potuto vedere/commentare fatti e abitudini in maniera diversa dalla mia... probabilmente anche migliore.

Che cosa accadde? Quella persona cominciò a farfugliare e accampare scuse con frasi ai limiti dell'assurdo per eludere la risposta. Dopo la sorpresa e la notevole irritazione - ebbi l'impressione di essere un ufficiale delle SS che pretendeva di estorcere una confessione ad un prigioniero - cambiai immediatamente discorso per finirla lì... anche per evitare di dargli dell'imbecille.

Quindi, l'unica lezione che ebbi modo di imparare da tale esperienza è non chiedere ad uno che si pensi possa essere ebreo se per caso lo sia... tanta deve essere la diffidenza e il sospetto per quello che gli si possa chiedere o dire dopo, che una domanda tanto banale sarà sempre e comunque giudicata un'enorme offesa.

La "quasi parabola" ad introduzione della notizia era dovuta per dire che il povero Giorgio Zanchini, ottimo giornalista Rai (uno dei pochissimi rimasti in TeleMeloni) non sapeva che non è mai il caso di chiedere a un ebreo se lo sia, specialmente in tempi in cui molti ebrei applaudono un genocidio e, ancor di più, se militino in un partito (post) fascista!

Ecco che cosa è accaduto questa mattina...

"Lo chiedo anche a lei, così facciamo chiarezza. Lei è ebrea?'',

ha chiesto Zanchini, nella sua trasmissione radiofonica Radio Anch'io che aveva per argomento le proteste degli studenti nelle università per la guerra in Palestina, alla (post) camerata Ester Mieli, senatrice di Fratelli d'Italia (partito che rivendica le sue radici missine che a loro volta affondavano in quelle fasciste).

''Sì, sono ebrea... ma lei lo chiede a tutti? A tutti gli ospiti?''"Abbiamo iniziato la trasmissione - spiega Zanchini - con una studentessa che ha parlato di antisionismo e le ho chiesto: 'non temete che la vostra protesta sfoci nell'antisemitismo?...'' ''Il punto di vista - risponde la (post) camerata Mieli - deve essere lo stesso al di là della religione che si professa. Il rispetto vale per tutti e comunque, non c'entra nulla la religione. Il mio rispetto della libertà e dei principi della nostra costituzione sono uguali per tutti''. ''Quello è sacrosanto'', replica Zanchini. ''Allora perché me lo chiede?'', replica a sua volta Mieli. ''Perché penso che la sua sensibilità possa essere in tal caso diversa'', spiega logicamente il conduttore.''Qui si sbaglia, la mia sensibilità non è diversa''.''Questo è ovvio, se la studentessa dice gli ebrei occupano un territorio indebitamente...''''Che cosa c'entra che sono ebrea. Io sono una senatrice della Repubblica - interrompe Mieli -, sono italiana e professo una religione. Io difendo i diritti di tutti quelli che vengono denigrati. ... Sono di religione ebraica e non me ne vergogno, ma non c'entra nulla. I fatti della Sapienza di qualche giorno fa li avrei condannati anche se non fossi di religione ebraica. Quello che è accaduto è inaccettabile, quegli uomini e quelle donne in divisa stanno difendendo la nostra libertà. Chi va a manifestare lo fa con i centri sociali e con i collettivi di sinistra o lo fa perché vuole alzare la tensione sociale nel nostro paese. Quelli non sono dei manifestanti''.

E Zanchini taglia corto:

''Lei dà una lettura solo politica di quello che sta accadendo. Non la volevo portare sul discorso della religione. Va bene, è una domanda sbagliata senatrice, non lo chiederò più. Sto zitto, ha ragione lei''.

Chiedere ad uno, che dà o vuole dare un giudizio sull'aborto, se sia o meno cattolico è un'offesa? Ne lede un qualche diritto? Sapere se sia o non sia cattolico, per chi dovrà valutare la risposta, potrà essere un elemento in più per soppesarne il giudizio, in senso negativo o positivo.

Pertanto, se ad una senatrice si chiede di giudicare chi manifesti a favore della Palestina, facendo anche presente se sia o meno ebrea (termine che non è mai stato chiarito se si debba riferire a una religione e/o ad un popolo... un chiarimento che non viene mai spiegato dagli stessi ebrei), è più che legittimo, soprattutto viste le dichiarazioni dei rappresentanti delle comunità ebraiche in Italia in relazione all'invasione di Gaza e al genocidio dei palestinesi.

Eppure, nell'Italia (post) fascista di sua Eccellenza Giorgia Meloni, la banalissima domanda di Zanchini è diventata un caso che ha pure scomodato il (post) fascistissimo presidente del Senato, Ignazio BENITO Maria La Russa:

"Drovo tavvero krave e inkuietante kuanto avvenudo... Da settimane si susseguono in tutta Italia manifestazioni di intolleranza nei confronti di Israele e degli ebrei e una domanda come quella posta dal conduttore è del tutto inaccettabile. L'opinione di una persona non può in alcun modo essere collegata alla religione professata. All'amica Ester Mieli e alla comunità ebraica giunga la mia sincera solidarietà e affettuosa vicinanza", afferma in una nota il (post) camerata Ignazio BENITO Maria.

Ma non c'è da meravigliarsene. I (post) fascisti devono alzare un polverone in merito a qualsiasi argomento, anche il più irrilevante e assurdo, per nascondere e far passare sotto silenzio notizie che invece meritano tutta l'attenzione del caso, come le torture di alcuni poliziotti della Penitenziaria nei confronti dei minorenni al Beccaria, come la censura a Scurati, come il non voler riconoscere il 25 aprile, come l'autogol sull'approvazione in Europa del nuovo patto di stabilità, come...

E sarà sempre peggio, quando la (post) camerata Meloni non riuscirà più a nascondere con la propaganda le sue miserie.

Autore Gino Tarocci
Categoria Politica
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