In questi anni la sinistra sindacalizzata non sta dando segni di vita e la società pare regredita ai primi anni del dopoguerra (o a molto prima della prima guerra mondiale), senza però la prosettiva del progresso che allora stava per aver inizio. Oggi viviamo senza la presenza di una estesa base sindacalizzata e desiderosa di migliorare la propria posizione e quella di tutte le classi subalterne. Oggi c'è rassegnazione e fiducia nella mano invisibile del mercato che più invisibile non potrebbe essere. Ci si reca all'estero e si ricevono migranti, la povertà cresce e la speranza permane!

Improvviso questo micro-evento sorprende, fa ben sperare. Certo va soppesata oltre che l'entità ridotta del fenomeno anche la particolarità delle circostanze, le vere ragioni che hanno spinto ben 7 (stando alla foto... resta da verificare il numero... erano forse di più o forse meno?!) dipendenti su 9 ad agire a proprio rischio e contro il personale immediato interesse, per un causa generale: la difesa del posto di lavoro di altre persone. Quali "spinte" interiori hanno determinato l'energica azione dei queste giovani spighette? Credo qualcosa di paragonabile a "puro altruiscmo, amicizia"!

Una domanda tuttavia sorge spontanea al diffidente: forse le 4 donne licenziate sarebbero state solamente le "prime 4", in vista di una chiusura definitiva del negozio, con saluti a tutti i dipendenti? f Forse la CISL vuole recuperare qualche tessera in giro per Milano e ha fatto opera di convincimento? C'è già un'alternativa di lavoro oppure le 7 sono già benestanti e possono non lavorare?

Si tratta comunque di un'azione che suscita ammirazione ed è coraggiosa oggi più di 50 anni fa. Vedremo il seguito...