Emanuela Orlandi seppellita in Vaticano? L'avvocato della famiglia scrive al cardinale Parolin
Rispondendo alle domande dei giornalisti, Alessandro Gisotti ha confermato che "la lettera della famiglia di Emanuela Orlandi è stata ricevuta dal cardinale Pietro Parolin e che verranno ora studiate le richieste rivolte nella lettera".
Alessandro Gisotti è il direttore ad interim della Sala Stampa vaticana. La sua dichiarazione, alquanto vaga e fumosa, visto che rimanda la questione sine die, è legata alla notizia di una lettera inviata lo scorso 25 febbraio dal legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, al Segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin.
Nel contenuto della lettera si chiede l'apertura - alla presenza dell'avvocato Sgrò, di un rappresentante della famiglia Orlandi e del loro consulente tecnico, il dottor Giorgio Portera - di una tomba, in relazione alla quale alcune fonti hanno riferito che "più persone da anni sono solite deporre i fiori in segno di pietà nei confronti dell'Orlandi che lì sarebbe seppellita".
In relazione alla scomparsa di Emanuela, all'avvocatessa Sgrò l'estate scorsa fu recapitata una lettera con allegata la foto di una tomba, dove si invitata la famiglia Orlandi a cercare "dove indica l'angelo".
La tomba cui la lettera fa riferimento è situata nel Camposanto teutonico, all'interno della Città del Vaticano, ed è quella della principessa Sofia e del principe Gustavo von Hohenlohe, che nel 1857 fu nominato arcivescovo da papa Pio IX, almeno in base alle iscrizioni sopra riportate sulla lastra che la ricopre.
Quella è la tomba indicata dall'angelo, come scritto nella lettera.
Le indagini avviate nel frattempo dalla famiglia Orlandi hanno stabilito che la tomba è stata aperta almeno una volta, che la datazione della statua dell'angelo è diversa da quella riportata sulla lastra funeraria e che, da tempo, alcune persone erano informate della possibilità che i resti di Emanuela Orlandi fossero stati nascosti nel Cimitero teutonico.
Una svolta clamorosa nel caso di Emanuela Orlandi? È presto per dirlo. Va ricordato che il Vaticano ha finito sempre per essere collegato alla vicenda della scomparsa di Emanuela, in relazione all'attentato a Giovanni Paolo II, allo scandalo Ior e alla "soffiata" - ancora una volta - in cui si faceva sapere che nella basilica di Sant'Apollinare era stato seppellito Renato de Pedis, uno dei capi della banda della Magliana, per un "favore" che al tempo fece al cardinale Poletti. Un favore, per l'appunto, legato al caso Orlandi.
Secondo una pista investigativa, confermata anche dal defunto "esorcista" Padre Amorth in un'intervista del maggio 2012 a La Stampa e da lui pubblicata anche nel libro "L'ultimo esorcista", Emanuela Orlandi sarebbe morta in un'orgia tenutasi in Vaticano. Vittima di pedofili, la ragazza sarebbe stata drogata e coinvolta in un'orgia nella quale sarebbe rimasta uccisa.
Questa la sua ipotesi: «Come dichiarato anche da monsignor Simeone Duca, archivista vaticano, venivano organizzati festini nei quali era coinvolto come "reclutatore di ragazze" anche un gendarme della Santa Sede. Ritengo che Emanuela sia finita vittima di quel giro. [...] Non ho mai creduto alla pista internazionale, ho motivo di credere che si sia trattato di un caso di sfruttamento sessuale con conseguente omicidio poco dopo la scomparsa e occultamento del cadavere. Nel giro era coinvolto anche personale diplomatico di un'ambasciata straniera presso la Santa Sede».