«Sono felice di aver passato la mattinata al Salone del Mobile insieme al vero Made in Italy, agli imprenditori, agli artisti, agli operai, agli ingegneri e ai promotori del "bello dell’Italia" nel mondo. Come Governo dobbiamo limitare i vincoli e aiutare chi vuole crescere».

Queste le parole di Matteo Salvini, ministro dell'Interno.

Ma che diavolo ci faceva il ministro dell'Interno al salone del Mobile? Il Salone era forse presidiato o minacciato da terroristi, pure islamici, tanto da richiedere la sua presenza per il coordinamento di un intervento delle forze di sicurezza? Niente di tutto questo.

Salvini era alla manifestazione per farsi propaganda, visto che il Governo era rappresentato dal premier Giuseppe Conte e dal ministro della Cultura Alberto Bonisoli.

Legittimo, da parte di Salvini, che come segretario della Lega faccia promozione a se stesso e al suo partito.

Però, se Salvini ha preteso di farsi nominare ministro dell'Interno nel governo sostenuto dal proprio gruppo parlamentare, è anche necessario che svolga a tempo pieno il lavoro per cui viene pagato e non quando non ha niente di meglio da fare.

Dato che è pagato, e pure bene, per fare il ministro dell'Interno, è pretendere troppo che faccia il proprio lavoro?