Anteprima mondiale di "Nemo" - Monologo inedito di Luigi Pirandello - Adattamento ed interpretazione teatrale del Conte Federico Wardal, in una cornice di parole e note dell'artista siciliano F. Battiato.

L’evento spettacolo  che verrà rappresentato in anteprima mondiale al Teatro Planet di Roma il 28 Maggio d  p.v,elaborato nell’adattamento ed interpretato dal Conte Federico Wardal, versatile e poliedrico artista, attore, regista,interprete di cinema e teatro,nazionale e internazionale, nominato ad Assisi  Ambasciatore di Pace dalla Fondazione no profit  ‘Il Mandir della Pace’’, membro e socio nella sezione Artisti di Pace, è una operazione socioculturale, le cui finalità  rispecchiano gli obiettivi del "Mandir"nello sviluppare Cultura di Pace. Ciò che si vuole rappresentare al palcoscenico della vita,  e’ un confronto con due artisti occidentali  del Novecento  che, per poliedricità  di visioni, permeate di profonda  spiritualità, di sincretismo e di tematiche filosofiche orientali di antica saggezza, hanno molto da trasmettere alla nostra epoca e alle nuove generazioni,quale alternativa all'Occidente, oramai irrimediabilmente in crisi soprattutto  valoriali.

  La fusione di linguaggi dal palcoscenico dà vita a una riflessione sulla miseria morale dell’uomo, sulle maschere che possono nascondere momentaneamente l’inquietudine di fondo, ma mai cancellarla del tutto: Battiato|Pirandello – un dialogo tra due artisti che hanno in comune molto più delle origini siciliane. La sicilianità è una metafora del mondo. La sicilianità custodisce la tradizione di un pensiero che attraversa un gigante della letteratura del Novecento come Luigi Pirandello, e trova una sintesi spirituale evocativa nella canzone d’autore di Franco Battiato. Questo binomio di teatro/canzone unisce le parole di Pirandello, tratte appunto dal monologo Nemo e alcune canzoni di Battiato. I due artisti, accomunati non solo dalla sicilianità per similitudini linguistiche ma soprattutto da una visione spirituale, vissuta in modo quasi esoterico dal drammaturgo e di spasmodica ricerca nel cantautore -
due autori diversi dentro una sfera spirituale -.

L’accostamento di Franco Battiato in “Nemo“ è perfetto. Molti dei testi di Battiato e titoli delle sue canzoni,  contengono frasi costruite con parole e concetti pirandelliani. Interprete sublime con il suo flauto magico e’ l’artista musicista internazionale Andrea Ceccomori, Presidente e Direttore artistico della  Associazione Assisi Suono sacro e Ambasciatore/Artista di Pace della Fondazione ''il Mandir della Pace'', nell’eseguire alcune significative note, già prodotte nell’evento spettacolo Battiato nascosto recentemente da lui prodotto ed elaborato, e inoltre presente in scena nell’interpretare il ruolo centrale del Direttore nel monologo pirandelliano per esprimere e rendere univoca e convergente la simbiosi animica dei due illustri Maestri dello Spirito quali Pirandello e Battiato.Pirandello e Battiato indagando l’uomo. cercano la verita' e la  trovano  nell’Uno metafisico, l'Energia vivente, Matrice dell'Universo. La solitudine dell’uomo pirandelliano è solitudine dell’uomo lontano dall’Assoluto. La solitudine di Battiato è Oceano di silenzio che veicola l’itinerario della mente e dell’anima verso le profondità soprannaturali

Alcuni cenni significativi e da evidenziare riguardo la storia di Nemo ed i suoi contenuti

Nemo ha una storia molto singolare e avvincente allo stesso tempo.  

Nasce dalla mente del suo autore Pirandello  nel 1928 con l’intento di sviluppare tematiche brucianti, rivoluzionarie ed umane,  già presenti ne ‘’ Sei personaggi in cerca d’autore’’ del 1921,  ma con l’apporto di elementi innovativi assolutamente inediti. Nel contempo la sua compagnia teatrale si rifiutò  di rappresentare “ Nemo “, terrorizzata dal fiasco della prima mondiale de “ I sei personaggi …. “ al teatro Valle di Roma nel 1921,non volendo correre rischi maggiori  considerando “Nemo“  eccessivamente audace ed innovativo. “ Moderare “ il rischio è non dire più la verità, ma avvicinarsi all’ipocrisia, che Pirandello, da ogni punto del suo essere, combatteva ! Grandi pensatori intuirono la genialità' del pensiero di Pirandello come avvenne con la leggendaria icona del cinema Greta Garbo che gli chiese un testo significativo, profondo e di avanguardia.

“Nemo“ rappresentava proprio ciò che la Garbo cercava, anzi suggerì all’autore di aggiungere nel testo del monologo una pistola per renderlo più drammatico  come soggetto cinematografico. Pirandello ne accolse la richiesta è, a differenza della pistola che uccide davvero “il giovinetto“ ne “I sei personaggi“, in “Nemo “ la pistola è sempre sul punto di uccidere o “ Nemo “ o l’antagonista di “Nemo “, il “ Direttore “.Nemo “ doveva essere il riscatto delle dure angosce di Pirandello, dovute ai tempi di oscurantismo in cui viveva, ai suoi drammi familiari e a quelli d’amore. E per la Garbo il riscatto da un personaggio che le aveva dato fama mondiale ma che stava diventando per lei una prigione, la condanna di essere sempre più ossessivamente “ Garbo “ , per sempre “Garbo“.

Greta Garbo cercava un’alternativa, una “Garbo“ meno distante, meno “donna fatale“, troppo vincolata alla giovane età ed alla bellezza.I suoi produttori cinematografici negarono alla Garbo di interpretare Nemo perché il suo pubblico non l’avrebbe riconosciuta per cui non se ne fece più nulla. Per la Garbo, questo, fu un duro colpo e neppure il fatto che Garbo avrebbe recitato “Come tu mi vuoi“ di Pirandello, scritto nel 1929, a meno di un anno dalla stesura di “Nemo“, le servì per negoziare, nonostante il suo potere crescente, dovuto al suo successo crescente. Il “ no “ fu assoluto.Pirandello considerò  tale “ no “  un grande passo indietro verso la verità che “ Nemo “ urlava ed un grande passo avanti, perciò, verso l’ipocrisia.

La verità, per Pirandello è un pilastro imprescindibile della sua filosofia, di tutti i suoi lavori, imperniati sulla maschera che si recita nella vita e sulla maschera che si recita sulla scena, che proviene però spesso da quei drammaturghi abili ad ingannare il pubblico, con la menzogna. Ed è proprio sulla manipolazione della verità che “ Nemo “ si basa !  Seguirono per Garbo clamorosi insuccessi e fu etichettata “Box Office Poison“, nonostante Hollywood continuava a supportare la diva con Academy awards. “ Nemo “ avrebbe salvato Garbo, facendola sopravvivere ad un destino legato alla giovinezza ed alla bellezza. Nel 1936 Pirandello si spense.  Il  1938 segnò l’assoluto declino della Garbo. La crisi esistenziale di Pirandello non si risolse neppure dopo avere ricevuto il premio Nobel nel 1934, segnalato da Guglielmo Marconi da parte della Accademia Reale Italiana. Pirandello, dopo  Nemo“, scrisse solo un altro dramma nel 1930, poi, la sua penna di drammaturgo si asciugò per sempre. Nessun drammaturgo smette di scrivere, giacché la creatività è linfa di vita . Da ciò si capisce, quanto il rifiuto di tutti a mettere in scena “ Nemo “ significò per Pirandello un dolore, una insoddisfazione permanente, chiede amore, non lo ottiene e soffre per sempre rimanendo “Nemo “ che significa nessuno. Questo è “Nemo“. Una storia inventata che poi diventa vera, ma questa volta la realtà non riguarda più i personaggi di Pirandello, ma Pirandello in persona.

Info e prenotazioni: [email protected] Maria Gabriella Lavorgna
Presidente Fondazione no profit Il Mandir della Pace