Purtroppo il peccato, nelle sue varie forme, ha reso gli uomini nemici di Dio. Solo la fiducia nella misericordia può ricondurli allo stato di grazia di figli di Dio. Tale condizione spirituale supera ogni benessere legato alla materia e al possesso di beni[1]. Per il Nostro, però, è importante non solo la superiorità del Regno di Cristo, ma anche il rinnovamento spirituale di ogni uomo. La “spiritualità della misericordia”, infatti, è designata da Sopoćko come vocazione alla “santità”[2]. Essa consiste “nell’essere predestinati ad accogliere un dono prezioso immeritato” e allo stesso tempo un invito all’itinerario continuo verso la santità. Infatti, solo Dio è santo (cf. Is 6, 1-5) e vuole che tutti partecipino alla sua santità (cf. Lev 19, 2). L’Apostolo Pietro, scrivendo alle prime comunità cristiane, dice: «Ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: Voi sarete santi, perché io sono santo» (1Pt 1, 15-16).  Vale la pena sottolineare che il Nostro, esercitando la paternità spirituale per molti anni, fedele testimone di Cristo misericordioso per gli uomini, sollecitava instancabilmente i suoi “figli spirituali” alla conversione personale e alla conversazione frequente sui temi spirituali importanti. Secondo Sopoćko, la conversazione spirituale serve per l’accrescimento efficace e l’arricchimento della vita interiore, per la conoscenza migliore della Bibbia, della teologia e della storia della Chiesa. In una riflessione possiamo leggere:

 «ogni giorno, bisogna fare l’esame di coscienza, sia generale sia particolare, la lettura spirituale della Sacra Scrittura e dei libri ascetici, lo studio della teologia e del diritto canonico, conoscere meglio la storia della nostra Madre Chiesa, conversare su temi spirituali, su quelli riguardanti la vita interiore, rimanendo fedeli allo stesso tempo al compimento dei propri compiti familiari, affinché la pace della casa non sia turbata. Ciò non è facile, però, con l’aiuto di Dio e la buona volontà, tutto si può migliorare, lasciandoci guidare dalla prudenza, che è la guida di tutte le virtù, auriga virtutum. Soprattutto bisogna preoccuparci vivere la spiritualità della misericordia e di realizzare debitamente tutto ciò che ci obblighiamo o ci obbligheremo a compiere»[3].

 Indubbiamente la misericordia come tema della teologia spirituale non può essere omesso. Il tema della misericordia, però, non può nemmeno trasformarsi in un discorso semplicemente sentimentale o devozionale (senza il vero contenuto), «pastorale o spirituale dolciastro»[4], privo di ragione. 

Teniamo presente che «coltivando una qualsiasi forma di spiritualità[5], ispirata a qualsiasi valore, a prescindere da come e quanto quel valore ha inciso nella storia, collettiva e personale, vanifica alla radice il discorso della spiritualità autentica e autorizza a parlare in chiave negativa di spiritualismo»[6]. Di questo pericolo Sopoćko era pienamente cosciente. Lo possiamo costatare leggendo l’introduzione al testo De Misericordia Dei, dove esprime le motivazioni che lo spingono a trattare teologicamente e spiritualmente il tema della misericordia. Comunque il Nostro ha percepito la lotta tra gli uomini, che assume talora il carattere della rappresentazione scenica tra due forze avverse, come la guerra tra due posizioni d’idee: materialismo e spiritualismo[7]. Un altro pericolo, di cui Sopoćko era cosciente, riguardava le esperienze mistiche di santa Faustina Kowalska con Gesù misericordioso, descritte nel Diario. Oggi, quest’opera è molto diffusa, ma allora Sopoćko temeva che la vita mistica della santa potesse essere fraintesa, cioè non presa in considerazione seriamente, trattata troppo superficialmente o addirittura interpretata in maniera errata. Essa, invece, è una forte ispirazione per vivere una vita spirituale più profonda e più intima con il Signore. Per questo, il Nostro nota che nel Diario di Kowalska si trova già l’idea di spiritualità della misericordia, degna di essere presa in considerazione[8]. In una lettera spirituale di Sopoćko leggiamo: 

 «Con l’aiuto della misericordia di Dio crescete nella virtù, approfondite la teologia spirituale, rafforzate gli atti di misericordia, ma anzitutto esercitatevi nella contrizione abituale, riconoscendo la propria personale indegnità e l’incapacità di realizzare questo compito, riponendo tutta la fiducia nella misericordia di Dio. Acciocché il tralcio, innestato nella vite, porti il frutto, deve maturare solo in spirito di penitenza, d’amore e di santità»[9].

 In questa lettera, l’idea della misericordia è presentata sotto la forma di un invito agli uomini pronti ad abbracciare “una via sicura e profonda della crescita interiore”. Essa, però, richiede la fiducia totale in Dio e il rafforzamento della fede con le opere di misericordia[10].

 Costatiamo che l’amore di Dio, prima di essere un amore ad extra (misericordia), è un amore eterno ad intra. Secondo Sopoćko, l’amore eterno è la Trinità in sè. In altre parole, l’amore eterno di Dio è la relazione del silenzioso scambio tra il Padre e il Figlio nello Spirito Santo, e tra il Figlio e il Padre nello Spirito Santo. Infatti, lo scambio dell’amore divino si realizza costantemente nella Terza persona, che consente agli uomini “la vita nello Spirito”[11], come vedremo più avanti. «L’amore eterno di Dio, secondo la natura divina è comunione, dinamismo, effusione e creazione»[12]. Tanto è vero che possiamo trovare la prima prova dell’amore di Dio ad extra nella Bibbia, laddove riferendosi alla creazione, precisamente nel libro della Genesi, viene scritto: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza» (Gn 1,26)[13]. 

don Gregorio Lydek - ks. prof. Grzegorz Lydek


 
[1] Cf. ibidem, pp. 14-15.
[2] Cf. M. Sopoćko, Poznajmy Boga w Jego  Miłosierdziu, pp. 66-69.
[3] M. Sopoćko, Tutto è compiuto, AZSJM, Myślibórz 1942, p. 5 [Traduzione nostra dall’originale polacco].
[4] W. Kasper, Misericordia, p. 22.
[5] Infatti, «la spiritualità precisamente tocca il nucleo centrale dell’esistenza umana: cioè la relazione con l’Assoluto. Questa relazione viene descritta in vario modo nelle tradizioni spirituali. Viene chiamata emanazione dall’Uno, creazione da parte del Dio totalmente buono; accoglimento nella Grazia; essere rivestiti della via dell’Amore; la via dell’illuminazione; la suprema Liberazione»: K. Waaijman, La spiritualità - forme, fondamenti, metodi, Queriniana, Brescia 2007, p. 7.  
[6] T. Goffi, Spiritualità, in Nuovo Dizionario di spiritualità, S. De Fiores (a cura di), Paoline, Milano1989, pp. 1516-1519.
[7] Cf. M. Sopoćko, De misericordia Dei, p. 4.
[8] Vedi M. Sopoćko, Poznajmy Boga w Jego  Miłosierdziu, pp. 212-213.
[9] M. Sopoćko, Il Santissimo Sacramento dell’Altare, AZSJM, Myślibórz, 06. 08. 1942, p. 3 [Traduzione nostra dall’originale polacco].
[10] Cf. M. Sopoćko, Dar Miłosierdzia. Listy ks. Michała Sopoćki, p. 6; Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, p. 59.
[11] Cf. M. Sopoćko, Poznajmy Boga w Jego  Miłosierdziu, pp. 47-48.
[12] M. Sopoćko, Miłosierdzie Jego na wieki, pp. 47-49.
[13] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, pp. 13-17.