È iniziato questo giovedì, nell'Aula nuova del Sinodo in Vaticano, l'incontro "La Protezione dei Minori nella Chiesa" che si concluderà il 24 febbraio.

Il programma odierno prevede la 1.a relazione a cura del Sig. Card. Luis Antonio Tagle,la 2.a relazione a cura di Mons. Charles Jude Scicluna ed infine la 3.a relazione a cura del Sig. Card. Rubén Salazar Gómez.

Ma da sottolineare, fin da subito, è il discorso di apertura dell'evento da parte di papa Francesco, che ha assicurato la sua presenza per tutta la durata dei lavori.

"Dinanzi alla piaga degli abusi sessuali perpetrati da uomini di Chiesa a danno dei minori - ha detto il pontefice - ho pensato di interpellare voi, Patriarchi, Cardinali, Arcivescovi, Vescovi, Superiori Religiosi e Responsabili, affinché tutti insieme ci mettiamo in ascolto dello Spirito Santo e con docilità alla Sua guida ascoltiamo il grido dei piccoli che chiedono giustizia.

Grava sul nostro incontro il peso della responsabilità pastorale ed ecclesiale che ci obbliga a discutere insieme, in maniera sinodale, sincera e approfondita su come affrontare questo male che affligge la Chiesa e l'umanità. Il santo Popolo di Dio ci guarda e attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre. Ci vuole concretezza."

E sul problema, il Papa ha invitato i presenti a mostrare coraggio, concretezza, parlando liberamente, in uno "spirito di massima parresia".


Secondo il parere di molti, questi quattro giorni sono destinati a lasciare il segno, al di là dell'esito dei lavori, solo per la presa di coscienza della Chiesa sulle conseguenze incancellabili provocate sui minori che hanno subito gli abusi... da parte di rappresentanti del clero.

Nel primo giorno di incontri si tratta il tema della responsabilità dei vescovi nel loro compito pastorale, spirituale e giuridico.

Nel secondo giorno si parlerà soprattutto del render conto, o se si preferisce dell'accountability, discutendo le vie più giuste da adottare in base al Diritto Canonico per la valutazione dei casi in cui il clero sia venuto meno al proprio compito, agendo con negligenza.

Infine il terzo giorno si parlerà di trasparenza, procedure, e come raffrontarsi da parte della Chiesa, nel caso di abusi, con le autorità civili e la comunità dei fedeli.

La conclusione dei lavori si avrà domenica, dopo la Messa celebrata nella Sala Regia, con l'intervento di Papa Francesco.


E come monito ai presenti, che sia da guida a queste giornate, i lavori odierni sono iniziati con le video testimonianze di alcune delle persone vittime di abusi.

Dal Cile: "Vi chiedo, per favore, di collaborare con la giustizia, che abbiate una cura particolare nei riguardi delle vittime, che quello che sta accadendo in Cile, cioè, quello che il Papa sta facendo in Cile, si ripeta come modello in altri Paesi del mondo.

Vediamo tutti i giorni la punta dell'iceberg: nonostante la Chiesa affermi che è tutto finito, continuano a emergere casi: perché?

Perché si procede come quando ci si trova di fronte a un tumore: si deve trattare tutto il tumore, non limitarsi a rimuoverlo; quindi serve la chemioterapia, la radioterapia, bisogna fare dei trattamenti. Non serve estirpare il tumore e basta. Io vi chiedo di ascoltare quello che il Santo Padre vuole fare, non limitandovi ad assentire con un cenno del capo per fare poi un'altra cosa.

Aiutiate a ristabilire la fiducia nella Chiesa; che coloro che non vogliono ascoltare lo Spirito Santo e che vogliono continuare a coprire, se ne vadano dalla Chiesa per lasciare il posto a quelli che invece vogliono creare una Chiesa nuova, una Chiesa rinnovata e una Chiesa assolutamente libera dagli abusi sessuali."


Dall'Africa: "Dall'età di 15 anni ho avuto relazioni sessuali con un prete. È durato 13 anni. Sono stata incinta tre volte e mi ha fatto abortire tre volte, molto semplicemente perché egli non voleva usare profilattici o metodi contraccettivi.

All'inizio mi fidavo così tanto di lui che non sapevo potesse abusare di me. Avevo paura di lui e ogni volta che mi rifiutavo di avere rapporti sessuali con lui, mi picchiava. E siccome ero completamente dipendente da lui economicamente, ho subito tutte le umiliazioni che mi infliggeva.

Avevamo questi rapporti sia a casa sua nel villaggio che nel centro di accoglienza diocesano. In questa relazione non avevo il diritto di avere dei ragazzi; ogni volta che ne avevo uno e lui veniva a saperlo, mi picchiava. Era la condizione perché mi aiutasse economicamente… Mi dava tutto quello che volevo, quando accettavo di avere rapporti sessuali; altrimenti mi picchiava.

Non si può abusare di una persona in questo modo. Bisogna dire che i preti e i religiosi hanno modo di aiutare e allo stesso tempo anche di distruggere: devono comportarsi da responsabili, da persone avvedute.


Dall'Europa dell'est: "Ho 53 anni, sono sacerdote religioso. Quest'anno è il 25.mo della mia ordinazione. Sono grato a Dio. Che cosa mi ha ferito? Mi ha ferito l'incontro con un prete. Da adolescente, dopo la conversione, andavo dal prete perché mi insegnasse come leggere la Scrittura durante la Messa; e lui toccava le mie parti intime. Ho passato una notte nel suo letto. Questo mi ha ferito profondamente.

L'altra cosa che mi ha ferito è stato il vescovo al quale, dopo molti anni, da adulto, ho parlato dell'accaduto. Sono andato da lui insieme con il mio provinciale.

Prima ho scritto una lettera al vescovo, sei mesi dopo un colloquio con il prete. Il vescovo non mi ha risposto e dopo sei mesi ho scritto al nunzio. Il nunzio ha reagito manifestando comprensione. Poi ho incontrato il vescovo e lui mi ha attaccato senza tentare di comprendermi, e ciò mi ha ferito.


Dagli Stati Uniti: "C'è ancora dolore nelle mie relazioni famigliari, c'è ancora dolore con i miei fratelli e sorelle. Provo ancora dolore per i miei genitori, provo dolore per la disfunzione, il tradimento, la manipolazione che quest'uomo malvagio, che all'epoca era il nostro prete cattolico, ha inflitto alla mia famiglia e a me.

Questo è ciò che mi ha ferito di più e che porto con me oggi. Adesso sto bene, perché ho trovato speranza e guarigione raccontando la mia storia, condividendola con la mia famiglia, mia moglie, i miei figli, la mia famiglia in senso più ampio, i miei amici e siccome riesco a farlo mi sento meglio con me stesso e riesco ad essere me stesso.

Quello che vorrei dire ai vescovi? Penso che sia un'ottima domanda. Ai vescovi vorrei chiedere una leadership, una leadership di visione e di coraggio.


Dall'Asia: "Sono stato molestato sessualmente per tanto tempo, e oltre cento volte, e queste molestie sessuali mi hanno provocato traumi e flashback per tutta la vita.

Fa fatica vivere la vita, fa fatica stare insieme alla gente, avere rapporti con le persone. Ho avuto questo atteggiamento anche nei riguardi della mia famiglia, dei miei amici e perfino di Dio. Ogni volta che ho parlato con i Provinciali e con i Superiori maggiori, questi hanno regolarmente coperto il problema, coperto gli abusatori e questo a volte mi uccide.

Ho condotto questa battaglia per tanto tempo… ma la maggior parte dei Superiori non sono capaci di fermare gli abusatori, a causa delle amicizie tra di loro. Chiederò ai Provinciali, ai Superiori maggiori e ai vescovi che parteciperanno a questo incontro di produrre azioni severe che realmente rimettano in riga gli abusatori.

Se vogliamo salvare la Chiesa, credo che gli abusatori debbano essere puniti. Chiederò ai vescovi di prendere iniziative molto chiare, perché questa è una delle bombe a orologeria nella Chiesa che è in Asia. Se voi volete salvare la Chiesa, dobbiamo darci una mossa e indicare gli autori con nome e cognome.

Non dobbiamo permettere che le amicizie abbiano la meglio, perché questo distruggerà un'intera generazione di bambini. Come diceva Gesù, dobbiamo diventare simili ai bambini, non molestatori di bambini."