Riconversione, sviluppo sostenibile ed energie rinnovabili. Sono tre dei pilastri della Transizione ecologica e sembra proprio che al largo delle coste ravennati coesisteranno tutti in uno degli hub energetici più avanzati d’Europa. Dalla partnership tra Saipem e Quint’x, azienda italiana specializzata da più di 20 anni nelle energie rinnovabili, nasce Agnes (Adriatic Green Network of Energy Sources) – il primo impianto al mondo su scala commerciale dove eolico offshore e fotovoltaico galleggiante produrranno energia elettrica in maniera integrata e saranno contemporaneamente in grado di generare idrogeno verde tramite elettrolisi. Un piano ambizioso che richiederà investimenti superiori al miliardo di euro e raggiungerà una potenza istallata complessiva di 620 MW, a cui si aggiungeranno ben 4 mila tonnellate di idrogeno prodotto ogni anno. Secondo Legambiente si tratta di “un segnale importante, in linea con gli obiettivi europei, nazionali e regionali di decarbonizzazione”.
Uno dei più grandi parchi eolici del Mediterraneo, con 65 turbine dalla capacità di 520 MW. Aerogeneratori a elevata efficienza in cima a fondazioni fisse sul fondo del mare, disposte lungo due siti, Romagna 1 e 2, a 10 e 13 miglia nautiche dalla costa (quasi 20 chilometri). E poi altri 100 MW di pannelli fotovoltaici galleggianti – il cosiddetto solare flottante – costruiti con la tecnologia e l’esperienza di Moss Maritime, azienda norvegese controllata da Saipem, specializzata nella progettazione di infrastrutture offshore e floating. Il distretto energetico concepito interamente in ottica green produrrà 1.5 TWh di energia, abbastanza da soddisfare il fabbisogno di 500 mila famiglie. Sono questi i numeri ambiziosi con cui la società fondata nel 1957 da Enrico Mattei promette insieme alla partner Quint’x di contribuire alla decarbonizzazione dell’area industriale di Ravenna.
Francesco Balestrino Renewable and Green Technologies Product Manager di Saipem afferma che “il progetto è unico al mondo per taglia e per integrazione di diversi tipi di tecnologia. Il modello finanziario si baserà su un’economia di scala: oltre l’energia prodotta ci sarà anche la possibilità di mettere a sistema le competenze presenti sul territorio con l’obiettivo di creare una filiera italiana che sia di supporto allo sviluppo di questa tipologia di progetti”.
Per il manager, infatti, Saipem ha da tempo avviato un percorso “per consolidare il proprio ruolo sempre più da protagonista nel settore delle energie rinnovabili, attraverso un modello di business orientato al processo di evoluzione energetica globale e la realizzazione del progetto AGNES costituisce un ulteriore importante passo in questa direzione, con cui l’azienda vuole offrire il proprio contributo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione nazionali ed europei, mettendo a sistema anche le valide competenze della filiera italiana”.
“Oggi Ravenna ha la possibilità di avviare una nuova leadership nel settore delle rinnovabili, sfruttando le risorse presenti nel mare davanti alle sue coste per combattere il cambiamento climatico”, ha dichiarato Alberto Bernabini, Ceo di Quint’x. L’impianto infatti integrerà degli elettrolizzatori sulle piattaforme oil&gas esistenti, che sfrutteranno l’energia in eccesso per generare idrogeno verde tramite l’elettrolisi dell’acqua marina. I picchi di produzione caratteristici delle grandi installazioni eoliche e fotovoltaiche saranno invece assorbiti da batterie agli ioni di Litio da 100 MWh di capacità.
La scelta di Ravenna non è casuale: è ben noto il background industriale dell’area, specie nei settori navale e petrolifero che negli ultimi anni hanno subito flessioni significative. Ripristinare piattaforme O&G e tutte quelle altre infrastrutture fisse in dismissione è un primo forte cambio di passo, dalla pratica alla teoria, del tanto atteso processo di Transizione ecologica. L’esempio ravennate di Agnes potrebbe diventare un modello replicabile grazie al know-how ingegneristico di Saipem nei tanti altri siti italiani con caratteristiche analoghe. “Stiamo studiando anche in Sicilia e Sardegna progetti simili, che prevedono l’utilizzo della nostra tecnologia basata su fondazioni galleggianti per le turbine eoliche”, hanno commentato Francesco Balestrino di Saipem e Matteo Anzalone, rRenewable Engineer della divisione XSIGHT di Saipem – che curerà il progetto.
Ultimate le prime tappe del percorso autorizzativo, i vertici della società guidata da Stefano Cao puntano entro il 2022 a completare la redazione dello Studio d’Impatto Ambientale e presentare il Progetto Definitivo per arrivare al rilascio delle varie autorizzazioni e concessioni demaniali nel 2023