Uno è il problema, due le iniziative per denunciarlo. Dopo gli incidenti che hanno causato la morte di 16 braccianti nel foggiano nel giro di un paio di gorni, le organizzazioni sindacali hanno organizzato per questo mercoledì due diverse  manifestazioni di protesta per attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sul problema della manodopera nell'agricoltura, specialmente al sud, durante i periodi di raccolta.

La prima manifestazione è stata organizzata dall'Unione Sindacale di Base con la marcia dei braccianti, che avevano in testa berretti rossi, che si è conclusa davanti alla prefettura di Foggia.

Secondo quanto dichiarato dall'USB, nessuno si è recato al lavoro nei campi nel comune di San Severo, cuore della protesta. "Centinaia di lavoratori hanno sfilato con gli stessi cappellini indossati dalle vittime, berretti distribuiti settimane fa da USB e Rete Iside per aiutare i braccianti a proteggersi dal solleone delle campagne e idealmente dallo sfruttamento e dalla mancanza di diritti, in un processo di sindacalizzazione che avanza a grandi passi. Ai lavoratori in marcia si è unito anche il governatore della Puglia Michele Emiliano."

Qual era lo scopo della manifestazione? "Sicurezza, diritti e dignità per tutti i lavoratori agricoli, indipendentemente dalla provenienza."

Come risultato della protesta, il ministro delle Politiche Agricole Gianmarco Centinaio ha dichiarato che sarà presente al convegno nazionale organizzato dall'USB per il prossimo 22 settembre per parlare dei problemi legati al mondo dell'agricoltura "ora nuovamente esposto allo sfruttamento grazie alla reintroduzione dei voucher con il cosiddetto decreto dignità".


Alle 18 di oggi, si svolgerà poi l'altra manifestazione, quella organizzata dai sindacati del lavoro agricolo Flai, Cgil, Fai Cisl e Uila Uila che partirà dalla stazione e percorrerà le vie principali di Foggia, fino a giungere nei pressi del Teatro Giordano in piazza Cesare Battisti, dove si terranno gli interventi di chiusura.

Queste le adesioni all'iniziativa organizzata da Cgil, Cisl e Uil giunte dal mondo dell'associazionismo e dell'impegno civile. Ecco un elenco delle sigle che parteciperanno (in continuo aggiornamento): Intersos, Libera, Arci, Acli, Anolf, Amici dei migranti, Associazione Baoubab, Associazione Arcobaleno, Cooperativa Alterego, Cooperativa Pietra di scarto, Caritas, Consulta immigrazione Comune di Cerignola, Associazione Solidaunia, Casa Sankara, Arci Bassa Valle Cecina, Arci Puglia, Legambiente, Slow Food.


Questa la dichiarazione rilasciata a supporto della manifestazione da parte di Susanna Camusso e Ivana Galli, segretarie generali rispettivamente di Cgil e Flai Cgil: «La verità che sta dietro a queste stragi è che il trasporto è in mano ad un sistema di caporalato che non solo lucra sulla giornata lavorativa e sfrutta le persone, ma facendole viaggiare come merci o carne da macello ne mette a rischio la vita.

Questi furgoni fatiscenti e senza autorizzazione alcuna vanno fermati per fornire un trasporto sicuro. Si poteva fare un bando per il trasporto dei lavoratori agricoli ma non è stato fatto perché le aziende non hanno fornito i dati completi per attivare lo stesso.

Chiediamo che venga convocato immediatamente il tavolo interministeriale con prefetto, istituzioni e sindacati. Le stragi di questi giorni mostrano a tutti quale sia la condizione di tanti lavoratori agricoli, una condizione limite che sta collassando non solo sul versante dello sfruttamento ma anche, come era prevedibile, su quello del nodo del trasporto che, con mezzi inadeguati e fatiscenti, sta mettendo a repentaglio centinaia di vite umane.»