Nelle analisi che la stampa italiana - va però ricordato sempre molto conformista e autoreferenziale - dà della guerra in Ucraina, il viaggio a Kiev (per ora annunciato) di Macron, Scholz e Draghi viene annunciato come una sorta di aut aut a Zelensky... addirittura benedetto da Biden. Insomma, in vista del G7 in Germania, i tre dovrebbero mettere alle corde il presidente ucraino perché cominci ad entrare nell'ordine d'idee di accettare una pace qualunque, purché la Russia si accontenti del solo Donbass e del sud del Paese.
Che i tre leader vadano a Kiev con una proposta del genere o una analoga è da vedere, ma quel che invece non è assurdo è il fatto che le posizioni dei partner o alleati, comunque li si voglia chiamare, dell'Ucraina non sono più così unite e salde come tre mesi fa.
Che la Russia sia danneggiata dalle sanzioni in atto è probabile, ma non così certo dato che Cina e India hanno fin da subito rappresentato una via alternativa alle attività commerciali di Mosca. Quel che è certo, invece, è che in Europa gli effetti delle sanzioni e dei rincari delle fonti energetiche spingono in alto i prezzi e si fanno pertanto sentire sulle tasche delle persone. Quindi, mentre le nazioni del nordest dell'Europa pretendono di continuare a supportare l'Ucraina senza se e senza ma (per ragioni storiche e geografiche), altre (tra cui Francia, Germania e Italia) cominciano a pensare sia arrivato il momento di mettere paletti.
Sul versante ucraino, però, siamo su un ordine d'idee che non ammette tentennamenti. Queste la parole di Zelensky di ieri sera:
"L'Ucraina ha bisogno di moderni sistemi di difesa missilistica. La fornitura di tali sistemi è stata possibile quest'anno, l'anno scorso e anche prima. Li abbiamo presi? No. Ne abbiamo bisogno? Sì. Ci sono già state 2606 risposte affermative a questa domanda sotto forma di vari missili da crociera russi che hanno colpito le città ucraine. Le nostre città, i nostri villaggi a partire dal 24 febbraio. Queste sono vite che avrebbero potuto essere salvate, queste sono tragedie che avrebbero potuto essere evitate se l'Ucraina fosse stata ascoltata.L'obiettivo tattico chiave degli occupanti non è cambiato. Stanno premendo a Severodonetsk, dove sono in corso combattimenti molto aspri, letteralmente per ogni metro. E stanno anche premendo in direzione di Lysychansk, Bakhmut, Slovyansk e così via.L'esercito russo sta cercando di schierare forze di riserva nel Donbass. Ma quali riserve possono avere adesso? Sembra che cercheranno di lanciare in battaglia i coscritti scarsamente addestrati e coloro che sono stati raccolti da un arruolamento avvenuto in tutta segretezza. I generali russi vedono il loro popolo semplicemente come carne da cannone di cui hanno bisogno per ottenere un vantaggio in termini numerici: in manodopera, in equipaggiamento militare. E questo significa solo una cosa: la Russia può oltrepassare la linea dei 40.000 soldati perduti già a giugno. In nessun'altra guerra in molti decenni hanno perso così tanti uomini.All'American Jewish Committee, che si riunisce a New York, chiedo di raddoppiare i loro sforzi in modo da poter inviarci armi più moderne, più sostegno finanziario, in modo da poter porre fine a questa guerra il prima possibile. ..."
Come Zelensky voglia concretizzare quanto detto in precedenza, lo rivela il Kiev Indipendent, entrato in possesso di un documento in cui Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente, elenca ciò di cui militarmente l'esercito ucraino ha urgente bisogno: 1.000 obici, 500 carri armati, 200-300 lanciarazzi multipli, 2.000 veicoli corazzati e 1.000 droni. Una richiesta su cui i ministri della Difesa della NATO dovrebbero dare una risposta nella prossima riunione di Bruxelles che si terrà il 15 giugno.
Come si può capire le posizioni tra Ucraina e partner sembrano iniziare a divergere. Ma per esserne certi dovremo attendere ancora alcuni giorni.
Quel che accade sul fronte militare lo ha riassunto Zelensky. Può essere invece importante ricordare che in base a quanto dichiarato dal Governatore dell'Oblast di Luhansk, Serhiy Haidai, adesso sono circa 500 i civili ancora presenti nello stabilimento di Azot a Sevierdonetsk. Di costoro, 40 sono bambini. L'11 giugno, i russi avevano colpito l'impianto causando una perdita di petrolio che aveva provocato un enorme incendio.
Questo l'ultimo bollettino aggiornato con le perdite subite dai russi in Ucraina a partire dallo scorso 24 febbraio: 32.300 soldati, 1.432 carri armati, 3.492 veicoli corazzati da combattimento, 718 pezzi di artiglieria, 226 sistemi missilistici a lancio multiplo, 97 sistemi missilistici terra-aria, 178 elicotteri, 213 aeroplani, 585 droni e 13 imbarcazioni.