Il Freethought Report 2016, il rapporto sulla libertà di pensiero nel mondo promosso dall’International Humanist and Ethical Union anche per l’anno da poco concluso, come fa dal 2012, offre un quadro sistematizzato delle discriminazioni ai danni di atei e agnostici, presentate Paese per Paese.

In 22 Paesi al mondo ci sono leggi che puniscono l’apostasia. In 12 di questi Paesi (Afghanistan, Iran, Malesia, Maldive, Mauritania, Nigeria, Qatar, Arabia Saudita, Somalia, Sudan, Emirati Arabi Uniti,Yemen) la pena può essere la morte. Di questi, cinque (Afghanistan, Iran, Nigeria, Arabia Saudita e Somalia), cui va aggiunto il Pakistan, prevedono la pena di morte anche per il reato di blasfemia. Inoltre, la maggior parte dei 12 Paesi che puniscono l’apostasia con la morte considerano la blasfemia come prova di apostasia

Il Rapporto di quest’anno esamina anche il ruolo giocato in questo contesto dai leader e dai partiti populisti: in particolare, il direttore delle comunicazioni della Iheu, Bob Churchill, punta il dito, nella sua introduzione al dossier, contro gli esiti delle recenti elezioni presidenziali in Bulgaria, Moldova e Stati Uniti, nonché contro gli attuali governi di Polonia e Ungheria, mettendo in guardia dal rischio rappresentato dal legame tra populismo e conservatorismo religioso.