Esteri

Il cessate il fuoco a Gaza in occasione del Ramadan appare sempre più difficile

In base all'attuale ciclo lunare, in questo 2024 il Ramadan inizierà il prossimo 10 marzo, per durare fino al 9 aprile. Quello che tutti speravano è che si potesse raggiungere un accordo per il cessate il fuoco a Gaza prima dell'inizio del mese sacro per i musulmani, ma ad oggi sembra essere molto difficile.

Infatti, mentre Hamas domenica ha inviato in tal senso una delegazione al Cairo, Israele non lo ha fatto, volendo prima avere un elenco degli ostaggi israeliani ancora in vita, prima di sottoscrivere un qualsiasi accordo. Hamas, da parte sua, fa sapere che avere adesso tale informazione è praticamente impossibile a causa dei continui bombardamenti israeliani.

Una considerazione più che logica, visto che chi è vivo oggi, potrebbe non esserlo più domani... ma solo in parte, perché allo stesso tempo, il movimento di resistenza palestinese afferma anche di voler "vendere" tale informazione... nel senso di ottenere qualcosa in cambio.
 
Difficile poter sperare che, stando così le cose, la situazione possa evolvere entro breve verso il cessate il fuoco, a meno che l'amministrazione Biden non trovi la via per far fuori (politicamente) Netanyahu e l'ultradestra che lo appoggia in modo da favorire in Israele un governo di transizione che miri ad una progressiva uscita dal conflitto, oltre che a nuove elezioni, così come chiede buona parte dell'opinione pubblica israeliana. Dopo l'incontro di oggi tra la vicepresidente Harris e Gantz, a Washington in missione politica senza il consenso di Netanyahu, potremo avere o meno conferma di tale possibilità.

Invece, non sono possibili ma certe le condanne di molti Paesi membri delle Nazioni Unite espresse oggi nei confronti degli Stati Uniti nell'Assemblea Generale convocata per discutere l'ennesimo veto espresso dagli Usa il 20 febbraio, il terzo dal 7 ottobre, nel Consiglio di Sicurezza su un cessate il fuoco a Gaza. Ieri, però, la vicepresidente Harris ha detto chiaramente che il cessate il fuoco nella Striscia, a causa delle condizioni di vita inumane a cui è sottoposta la popolazione, non è più rimandabile.

In attesa che l'amministrazione Biden possa chiarirsi le idee, il conflitto in Medio Oriente continua ad allargarsi. A Gaza, oltre che di bombe i bambini continuano a morire di fame: oggi il loro numero è arrivato a 16. In Cisgiordania e a Gerusalemme est, IDF e coloni hanno aumentato raid e repressione contro i residenti palestinesi: oggi sono state decine gli arresti indiscriminati a Ramallah, almeno 55. Inoltre, si registra anche l'uccisione di un bambino nei pressi di Nablus, avvenuta nel corso di un raid israeliano.

Gli scontri tra Hezbollah ed esercito israeliano al confine con il Libano sono ormai giornalieri e sempre più intensi, e non possono essere definiti scaramucce.

Nell'area del Mar Rosso, infine, gli Houthi sono tutt'altro che intimoriti dalla presenza della forza multinazionale a protezione delle navi in transito verso Israele e il canale di Suez. Così, dopo aver lanciato un massiccio attacco con droni e missili contro navi da guerra americane, nel mar Arabico hanno colpito una nave portacontainer, dopo averla etichettata come israeliana, su cui si è sviluppato un incendio.

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Esteri
ha ricevuto 342 voti
Commenta Inserisci Notizia