Viktor Orban guida il governo dell'Ungheria dal 2010. Rieletto di recente, adesso è al suo terzo mandato. Con il supporto del suo partito Fidesz, in questi anni Orban ha riscritto la costituzione dell'Ungheria in senso illiberale, ha portato i media sotto il controllo dello Stato, ha favorito uomini d'affari vicini a lui e al suo partito e ha combattuto chiunque gli si opponesse, anche facendo ricorso a teorie complottiste, come nel caso del finanziere americano di origine ungherese Soros.

Alle ultime elezioni, Orban ha posto l'accento sul contrasto all'immigrazione e sull'importanza dell'orgoglio e dell'unità nazionale.

Di recente, anche tutto ciò che riguarda il mondo dell'arte è entrato nel mirino della propaganda di governo, che ha iniziato a veicolare il messaggio su ciò che sia giusto o sbagliato proporre alla gente.

Il primo a fare le spese di questo ulteriore passo in avanti dell'autoritarismo ungherese, che in molti da tempo definiscono fascismo, è stato lo spettacolo teatrale Billy Elliot (chi non si ricorda il film del bambino figlio di un minatore che diventa ballerino?), musical allestito dall'Opera di Stato ungherese, rimasto in programma per ben due anni per gli oltre 100mila spettatori che erano andati a vederlo, che all'improvviso ha iniziato a diradare il numero delle recite previste per giugno-luglio per mancanza di spettatori.

Coincidenza vuole, però, che questo sia avvenuto dopo il giornale che supporta il partito di Orban, Magyar Idok, abbia pubblicato un articolo in cui si accusava il musical Billy Elliot di diffondere propaganda omosessuale tra la gioventù ungherese.


Dal 2 agosto, la Galleria Nazionale a Budapest ha allestito una mostra dei capolavori di Frida Kahlo provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico. Ma anche questa mostra, insieme ad altre, è finita nel mirino di Magyar Idok che la annunciava in un articolo di metà luglio come propaganda del comunismo fatta con denaro pubblico.

Come è noto, Frida Kahlo è stata uno degli esponenti più in vista del comunismo in Messico e fu vicina a Leon Trotsky, durante il suo esilio in quel Paese, prima che venisse assassinato nel 1940.

Tra i "delitti" imputati alla Kahlo dalla propaganda anti-comunista di Orban, il fatto che si dicesse che l'artista messicana avesse sopra il suo letto le immagini di Marx, Engels, Lenin, Stalin...


Nessun veto censorio, per carità! La finalità di questa "avversione" è di voler promuovere in Ungheria eventi culturali che esaltino invece la storia ungherese... ed il pensiero "conservatore" che adesso governa il Paese.

Viktor Orban e il suo partito, incredibilmente, rappresentano pure  l'Ungheria della destra moderata, perché vi è anche un altro partito, che raccoglie non pochi consensi, decisamente più a destra di Fidesz!


Come è possibile che l'Ungheria possa far parte dell'Unione europea quando è, oggettivamente, un Paese già in parte dichiaratamente fascista a causa delle norme finora volute e approvate da Orban?

E come è possibile che un Paese del genere possa essere indicato come esempio da raggiungere per l'Italia da politici come Matteo Salvini e Giorgia Meloni?

E non ci dovremmo preoccupare?