Il vertice che si è tenuto a Berlino tra Angela Merkel e Matteo Renzi alla fine è servito soprattutto per rassicurare la Germania sullo stanziamento della quota, da parte dell'Italia, dei 3 miliardi di euro da destinare alla Turchia, come aiuto per gestire il flusso dei profughi dalla Siria. Problema che per la Merkel è essenziale per la propria immagine, per questioni di politica interna a causa del numero di profughi già accolti in Germania.

Tralasciando i risultati ottenuti da Renzi in  questo vertice, cosa tra l'altro molto semplice visto che non ce ne sono, l'aspetto più interessante da sottolineare è la sensazione di disfacimento del progetto europeo che ne traspare.

I paesi europei finora non sono stati in grado di rivedere in concreto gli accordi di Dublino sulla registrazione dei migranti nel paese dove  vengono accolti, non sono stati in grado di spartirsi equamente i profughi arrivati, per combattere la migrazione vogliono sospendere gli accordi di libera circolazione (Schengen), si rifiutano di aiutare concretamente Grecia e Italia che sono i paesi dentro l'Europa a dover più degli altri accollarsi la gestione del flusso di migranti e profughi mentre non hanno alcuna difficoltà a stanziare alcuni miliardi di euro per la Turchia che non è neppure membro dell'UE.

A questo possiamo pure aggiungergici l'insensata gestione economica rigorista imposta dalla Germania, i membri della Commissione Europea nominati e non votati che lavorano un po' per la Germania e un po' per loro stessi, la presa in giro del piano Junker con gli investimenti fantasma per il rilancio dell'economia e la domanda appare come per magia: ma siamo sicuri che l'Europa esista ancora e soprattutto, in caso affermativo, per quale motivo l'Italia dovrebbe continuare a farne parte?